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Nursery stellari in 3D

Un gruppo di scienziati dell’Università della California ha usato alcuni modelli tridimensionali per svelare le complessità strutturali dei vivai stellari, le vaste nubi di gas e polvere dove si formano gli astri. I ricercatori hanno utilizzato una stampante 3D per realizzare una complessa simulazione delle nubi, incorporando alcune delle loro caratteristiche in una resina densa e trasparente. 

I primi vivai stellari così creati appaiono come sfere lucide delle dimensioni di una palla da baseball (circa 8 centimetri di diametro), in cui il materiale che forma le stelle è rappresentato sotto forma di  grumi e filamenti.

«Volevamo un oggetto interattivo che ci aiutasse a visualizzare quelle strutture in cui le stelle nascono, in modo da poter comprendere meglio i processi fisici – commenta Nia Imara, autrice dello studio – si tratta di un esempio di scienza che imita l’arte. Il risultato è esteticamente piacevole e le strutture complesse che siamo riusciti a ricreare sono incredibilmente difficili da vedere con le solite tecniche in uso».

I modelli, inoltre, permettono di indagare gli effetti di tre processi fisici fondamentali che governano l’evoluzione delle nuvole molecolari: turbolenza, gravità e campi magnetici. Modificando diverse variabili, come l’intensità dei campi magnetici o la velocità con cui si muove il gas, le simulazioni mostrano come i diversi ambienti fisici influenzino la morfologia delle sottostrutture legate alla formazione stellare.

«Vorrei  esplorare l’interfaccia tra scienza, arte e istruzione e mi appassiona usare la stampa 3D come strumento per la presentazione di strutture e processi complessi in un modo facilmente comprensibile –  ha affermato James Weaver dell’Università di Harvard – la stampa 3D tradizionale, basata sull’estrusione, può produrre solo oggetti solidi con una superficie esterna continua e questo è problematico quando si cerca di rappresentare gas, nuvole o altre forme diffuse. Il nostro approccio, invece, utilizza un processo di stampa 3D simile al getto d’inchiostro per depositare minuscole goccioline individuali di resina opaca in punti precisi, all’interno di un volume circostante di resina trasparente, per definire la forma delle nuvole con dettagli eccezionali».

In futuro, i modelli potrebbero incorporare altre informazioni aggiuntive attraverso l’uso di colori diversi, per aumentare il loro valore scientifico. I ricercatori sono anche interessati a esplorare l’uso della stampa 3D per rappresentare i dati osservativi delle nubi molecolari vicine, come quelle della Costellazione di Orione.

Fulvia Croci: Giornalista