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Buon compleanno Agile

14 candeline per Agile. Il piccolo satellite tutto made in Italy, realizzato dall’Asi in collaborazione con Inaf e Infn, continua a lavorare senza sosta. E ha festeggiato il suo quattordicesimo compleanno il giorno dopo la Giornata della Terra – lo stesso pianeta attorno cui in questi anni ha compiuto oltre 72mila orbite.

«Possiamo dire che Agile è una missione perfetta. Nasce dopo il grande successo di BeppoSAX, il primo satellite scientifico per astronomia in raggi X italiano. Agile ne ha raccolto l’eredità sia dal punto di vista scientifico che industriale» commenta l’astrofisica Barbara Negri, responsabile dell’Unità Volo Umano e Sperimentazione Scientifica dell’Agenzia Spaziale Italiana.

Un cubo di 60 centimetri per lato, che pesa appena 85 chilogrammi: la sentinella dell’Asi è stata progettata per essere un satellite molto versatile, e lo dimostra la varietà dei risultati scientifici raggiunti.

«Agile – prosegue Barbara Negri –  ha un suo programma scientifico che ha rispettato al 100%, che è quello dell’osservazione dell’universo in raggi gamma. Ma ha anche un altro strumento a bordo che osserva in raggi X. E soprattutto ha una capacità di essere adattato a qualunque tipo di evento improvviso o inaspettato che accade nel cielo. Un esempio importante è stato la ricerca di controparti elettromagnetiche di eventi di onde gravitazionali – quella che si chiama ora astronomia multimessaggera – e Agile era assolutamente pronto per questo. Poi ci sono state altre grandi scoperte: nel 2010 ha fatto importanti scoperte scientifiche nella Nebulosa del Granchio, e non dimentichiamo l’attività di allerta sui gamma ray burst».

Questi lampi gamma, spesso della durata di pochi millisecondi, sono fondamentali per comprendere i fenomeni più energetici del nostro universo. Agile ha saputo catturarli in grande sinergia con altri strumenti di osservazione. Ben oltre qualunque aspettativa: la vita operativa del satellite inizialmente doveva infatti durare due anni.

«Ogni anno Agile viene sottoposto all’Agile Mission Board, – spiega Barbara Negri – che ha il compito di valutare lo stato di salute dei suoi sottosistemi critici. Fino adesso abbiamo avuto prospettive che vanno non solo all’anno successivo ma anche a quello seguente: ogni anno abbiamo quindi due altri anni davanti a noi. Io credo che grosse sorprese per adesso non ce le dovremmo aspettare. D’altra parte la vita operativa di Agile è davvero poco costosa, l’abbiamo ridotta all’osso. Facciamo ormai le attività di routine che ci garantiscono l’arrivo di tutti i dati scientifici, abbiamo la nostra stazione in Kenya e c’è poi il centro di controllo al Fucino. Personalmente mi aspetto, come credo tutta la comunità scientifica, ancora qualche anno di vita brillantissima per Agile».

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica