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    Categorie: cosmo

Le culle di tutti i pianeti

Un disco protoplanetario visto da Alma

Come si sono formati la Terra e i suoi vicini planetari? La nascita e l’evoluzione del Sistema solare sono da sempre oggetto di studio da parte degli astronomi. A tal proposito, un ‘laboratorio’ spaziale utilissimo è costituito dai dischi protoplanetari: si tratta di strutture discoidali di gas e polveri in orbita attorno a una stella o, più spesso, a una protostella.

Questi oggetti raggiungono dimensioni che vanno da qualche decina di unità astronomiche (U.A.) fino a circa 1000 U.A., con temperature che variano tra le decine di kelvin nelle zone più esterne sul piano dell’orbita del disco fino al migliaio di kelvin nelle parti più interne e superficiali dello stesso. È qui che hanno origine i sistemi planetari, tanto che i dischi protoplanetari sono considerate dagli scienziati le culle di tutti i pianeti.  Recentemente l’utilizzo di potenti telescopi, primo tra tutti l’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (Alma) in Cile, ha permesso di individuare delle sottostrutture nei dischi protoplanetari, grazie a immagini ad altissima risoluzione. Si tratta di buchi, spirali e spazi vuoti, probabilmente determinati proprio dal processo di formazione planetario.

Ora un nuovo studio, accettato per la pubblicazione su Astrophysical Journal e disponibile su ArXiv, individua per la prima volta i meccanismi che determinano la costruzione di queste forme nei cuori dei dischi protoplanetari. Grazie a una serie di simulazioni informatiche, gli scienziati hanno scoperto che un singolo pianeta catalogato come ‘super Terra’, con una massa tra quella della Terra e quella di Nettuno, può portare alla nascita di 5 ‘strutture vuote’ in un disco. Una sorta di ‘mosaico’ spaziale che costituisce una ricca nursery planetaria.

 

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica freelance appassionata di clima, ambiente, osservazione della Terra e astronomia. Ha una laurea in filosofia e un master in comunicazione della scienza alla Sissa di Trieste. Collabora con la società di comunicazione della scienza formicablu ed è co-fondatrice di Facta.eu, centro no profit che applica il metodo scientifico al giornalismo. Dal 2015 collabora con Global Science, convinta che lo spazio sia un punto di vista privilegiato per comprendere meglio il nostro pianeta.