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Nelle profondità di Marte l’ipotesi della vita

La regione più abitabile per la vita su Marte? Diverse miglia sotto la sua superficie, grazie allo scioglimento sotterraneo di spesse lastre di ghiaccio indotto dal calore geotermico. È quanto ipotizza uno studio condotto da Rutgers University e pubblicato su Science Advances.

Un’ipotesi che potrebbe aiutare a superare il paradosso del giovane Sole debole.

La nostra stella è, infatti, un enorme reattore a fusione nucleare che genera energia fondendo l’idrogeno e trasformandolo in elio. Nel corso del tempo il Sole ha gradualmente illuminato e riscaldato la superficie dei pianeti nel nostro sistema solare. Circa 4 miliardi di anni fa, il Sole era però molto più debole, quindi il clima del primo Marte avrebbe dovuto essere gelido. Tuttavia, la superficie di Marte ha molti indicatori geologici, come gli antichi letti dei fiumi, e indicatori chimici, come i minerali legati all’acqua, che suggeriscono che il pianeta rosso avesse abbondante acqua liquida nella cosiddetta ero noachiana, da circa 4,1 miliardi a 3,7 miliardi di anni fa. Questa apparente contraddizione tra l’analisi geologica e i modelli climatici è chiamato il paradosso del debole Sole giovane.

Su pianeti rocciosi come Marte, Terra, Venere e Mercurio, elementi che producono calore come l’uranio, il torio e il potassio generano calore tramite il decadimento radioattivo. In un simile scenario, l’acqua liquida può essere generata dallo scioglimento sul fondo di spesse lastre di ghiaccio, anche se il Sole era più debole di adesso. Sulla Terra, ad esempio, il calore geotermico forma laghi subglaciali nelle aree della calotta glaciale dell’Antartico occidentale, in Groenlandia e nell’Artico canadese. È probabile che uno scioglimento simile possa aiutare a spiegare la presenza di acqua liquida sul Marte freddo e gelido 4 miliardi di anni fa.

Gli autori dello studio hanno esaminato vari set di dati sul quarto pianeta per vedere se il riscaldamento tramite il calore geotermico sarebbe stato possibile nell’era noachiana, dati che hanno confermato l’esistenza delle condizioni necessarie per lo scioglimento dei ghiacci del sottosuolo dell’antico Marte. Ma anche se il pianeta rosso avesse avuto un clima caldo e umido 4 miliardi di anni fa, la vita, se mai ha avuto origine, potrebbe essersi sviluppata solo nell’acqua liquida a profondità progressivamente maggiori, perché l’acqua liquida potrebbe essere stata stabile solo a grandi profondità a causa della perdita del campo magnetico, dell’assottigliamento atmosferico e del conseguente calo delle temperature globali.

Insomma, per gli autori dello studio solo a grandi profondità la vita avrebbe potuto essere sostenuta dall’attività idrotermale e quindi solo il sottosuolo potrebbe rappresentare l’ambiente abitabile più longevo su Marte.

Francesco Rea: Giornalista professionista dal 1994 ha lavorato per diverse testate nazionali, stampa, radio e video, oltre che per alcune istituzioni politiche. Laureato in lettere, indirizzo storia contemporanea, da oltre venti anni lavora alla comunicazione di istituti scientifici, legati allo spazio e all'astrofisica spaziale. La matematica resta comunque un elemento oscuro e la foto è di dieci anni e 15 chili addietro