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A caccia di esopianeti con Ariel

Si potenzia lo sguardo europeo sul nostro universo in cerca di esopianeti. La missione Ariel dell’Esa oggi entra ufficialmente a far parte dei programmi spaziali europei, inaugurando così la fase di realizzazione dopo cinque anni di studi preliminari.

Dedicata allo studio delle atmosfere di mondi extrasolari, Ariel osserverà un campione variegato di esopianeti nelle frequenze della luce visibile e dell’infrarosso. Sarà la prima missione spaziale a realizzare un ‘censimento’ della composizione chimica delle atmosfere planetarie, a caccia di mondi potenzialmente adatti a ospitare la vita.

L’Italia, con il coordinamento dell’Agenzia Spaziale Italiana insieme all’ Istituto Nazionale di Astrofisica, è tra i principali contributori della missione, che vede la partecipazione di 17 nazioni europee e della Nasa. L’agenzia statunitense potenzierà l’occhio di Ariel con lo strumento Case, che sensibile alla luce alle lunghezze d’onda a cavallo tra la banda ottica e il vicino infrarosso. Mentre la pupilla centrale della navicella sarà un telescopio, realizzato in Italia, con uno specchio ellittico di un metro di diametro per raccogliere la luce proveniente dai lontani sistemi planetari.

Dopo Cheops, lanciato nel 2019, e Plato, in programma per il 2026, Ariel è la terza missione europea dedicata agli esopianeti, e spiccherà il volo a bordo di un razzo Ariane 6 nel 2029.

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica freelance appassionata di clima, ambiente, osservazione della Terra e astronomia. Ha una laurea in filosofia e un master in comunicazione della scienza alla Sissa di Trieste. Collabora con la società di comunicazione della scienza formicablu ed è co-fondatrice di Facta.eu, centro no profit che applica il metodo scientifico al giornalismo. Dal 2015 collabora con Global Science, convinta che lo spazio sia un punto di vista privilegiato per comprendere meglio il nostro pianeta.