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Un ammasso ‘anemico’

È uno dei cluster globulari più brillanti che ‘risiedono’ nella galassia di Andromeda e, pur essendo noto da anni, ha recentemente riservato una sorpresa alla comunità scientifica: si tratta di Rbc Ext8, la cui composizione chimica, analizzata in uno studio appena pubblicato su Science (articolo: “An extremely metal-deficient globular cluster in the Andromeda Galaxy”), presenta un bassissimo livello di metalli, vale dire di elementi più pesanti rispetto all’elio e all’idrogeno. La ricerca è stata condotta da un team internazionale di astronomi, coordinato dall’Università Radboud di Nimega (Paesi Bassi), e si è basata sui dati raccolti dall’Osservatorio Keck e dal telescopio Chft (Canada-France-Hawaii Telescope), ambedue situati sul Mauna Kea alle Hawaii; in particolare, è stato utilizzato lo strumento Hires (High-Resolution Echelle Spectrometer), lo spettrometro del Keck.

La scoperta è stata inaspettata: il gruppo di lavoro, infatti, non aveva in programma l’osservazione di Rbc Ext8, ma, dato che poteva disporre di Hires ancora per un po’ di tempo, ha deciso di metterlo a frutto per ricavare qualche dato in più su questo cluster. Sono stati stimati, quindi, la sua massa e le sue dimensioni e, con lo spettrometro, la sua composizione chimica. È emerso un ammontare di metalli davvero basso, specie per quanto riguarda il ferro: Rbc Ext8 ha mediamente 800 volte meno ferro rispetto al Sole ed è tre volte più povero di questo elemento in confronto all’ammasso che deteneva il record in precedenza. Rbc Ext8 è risultato estremamente carente anche per quanto riguarda il magnesio.

I risultati delle osservazioni hanno suscitato numerosi interrogativi negli astronomi, inducendoli a dover rivedere gli attuali modelli relativi alla formazione dei cluster e alla nascita di stelle e galassie nell’antico Universo: infatti, sino a questo momento, si riteneva che gli ammassi globulari dovessero essere ben dotati di elementi pesanti, come il ferro e il magnesio, formatisi più tardi rispetto all’elio e all’idrogeno.

La scoperta mostra, quindi, che gli ammassi globulari potrebbero essersi formati agli albori del cosmo, emergendo dai gas con una scarsissima quantità di metalli. Anche questo secondo particolare ha ‘stuzzicato’ la curiosità gli studiosi, in quanto si riteneva che le quantità di questo gas antico e incontaminato fossero troppo esigue per dare il via ad ammassi stellari così massicci. Le peculiarità di Rbc Ext8 hanno schiuso nuove prospettive di ricerca nel filone degli ammassi: gli autori del saggio intendono proseguire il lavoro, andando a ‘caccia’ di altri cluster ‘anemici’ utilizzando lo strumento Hires.

In alto: il cluster Rbc Ext8 e la sua posizione rispetto alla galassia di Andromeda (Crediti: EsaSky e Cfht)

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.