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Magnetar a luminosità variabile, enigma risolto

Cosa causa la mutevole luminosità delle magnetar? Una nuova ricerca sta aiutando a dare risposta a una delle domande che sta impegnando gli astrofisici da oltre trent’anni.

Le magnetar sono stelle di neutroni che si formano in seguito a esplosioni di supernovae. Sono caratterizzate da campi magnetici estremamente forti, milioni di volte più intensi del campo magnetico presente sulla Terra.

Il campo magnetico genera calore e raggi X ed è così forte da influenzare anche le proprietà fisiche della materia. A lasciare perplessi gli scienziati era il modo in cui il calore viene condotto attraverso la crosta e poi fuori sulla superficie della stella, processo durante il quale vengono osservate le note variazioni di luminosità.

Un team di scienziati, guidato da Andrei Igoshev presso l’Università di Leeds, nel Regno Unito, ha sviluppato un modello matematico che simula il modo in cui il campo magnetico interrompe la convenzionale distribuzione del calore in modo uniforme e crea regioni più calde e più fredde dove le differenze di temperatura possono raggiungere un milione di gradi Celsius.

Quelle regioni – alcune estremamente calde e altre molto fredde – emettono raggi X di intensità diversa – ed è quella variazione nell’intensità dei raggi X che viene osservata come un cambiamento di luminosità dai telescopi spaziali.

I risultati sono pubblicati oggi sulla rivista Nature Astronomy. La ricerca è stata finanziata dal Science and Technology Facilities Council (STFC) e ha utilizzato le strutture di supercalcolo DiRAC finanziate dall’STFC presso l’Università di Leicester.

Le magnetar studiate nell’ambito dell’indagine si trovano nella Via Lattea a circa 15mila anni luce di distanza.

Per saperne di più leggi lo studio

Manuela Proietti: Giornalista, photo- e videographer. Dal 2009 coordina i progetti editoriali dell'Agenzia spaziale italiana. Ha lavorato per l'Agenzia Dire e scritto per La Stampa