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Stimolazione cerebrale, l’esperimento a zero-G

Gli scienziati della Medical University of South Carolina hanno avuto un’opportunità unica: studiare le condizioni del cervello in assenza di gravità, a 10 mila metri dalla superficie terrestre.

Il team, guidato dalla neurologa Donna Roberts e dal neuroscienziato Bashar Badran, ha condotto lo studio attuando la cosiddetta stimolazione magnetica transcranica, o Tms, sui membri stessi del gruppo, a bordo di un volo in assenza di gravità. La procedura Tms, realizzata grazie a particolari caschi, consiste in un impulso magnetico che viene inviato al cervello per stimolarne l’attività elettrica. Questa procedura è approvata dall’Fda per contrastare la depressione e se ne stanno studiando le implicazioni nel trattamento dei disturbi da stress post-traumatico e nella riabilitazione fisica e mentale di pazienti colpiti da ictus. La depressione, in particolare, potrebbe interessare gli astronauti nei lunghi viaggi spaziali, in missioni che potrebbero portarli per anni lontano dalla Terra.

Lo studio, pubblicato su Nature Microgravity, ha dimostrato che in assenza di gravità è possibile effettuare una Tms e che è necessario meno elettromagnetismo rispetto alla stessa stimolazione condotta sulla Terra. Quest’ultima osservazione suggerisce che in assenza di gravità avvengano dei cambiamenti neurofisici nel cervello. Le spiegazioni di questo fenomeno possono essere varie, dallo spostamento del cervello all’interno del cranio in condizioni di zero-G, fino ad arrivare a una reazione più energica dei neuroni alle stimolazioni.

Sono ancora molte quindi le cose da capire, ma la stimolazione magnetica transcranica potrebbe rivelarsi una tecnica promettente nei futuri viaggi spaziali di lunga durata. «Se ci fosse un modo per mantenere il cervello in forma sulla strada per Marte, sarebbe molto utile. Ecco perché la Nasa è interessata a questa tecnologia. Ma per usarla nello spazio, dobbiamo capire se c’è una differenza nel modo in cui gli astronauti rispondono qui sulla Terra rispetto allo spazio» ha commentato Roberts.

Grazie ai risultati ottenuti, il team potrà continuare con le sue ricerche per migliorare la condizione degli astronauti nelle future missioni di lunga durata. 

Immagine in evidenza: Il team si prepara per le parabole che stimoleranno la gravità zero. Crediti: Musc

Francesca Cherubini: