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Astronomia neutrinica: una nuova finestra sul cosmo

NEUTRINO E BLAZAR/Si apre un nuovo capitolo dell’astronomia grazie alla prima rivelazione della sorgente di un neutrino cosmico, associata a un blazar. I commenti dei presidenti di Asi, Inaf e Infn

Redazione 12 luglio 2018

Se la scoperta delle onde gravitazionali ha segnato l’inizio dell’astronomia multimessaggero, la rivelazione di oggi sulla prima associazione mai fatta tra un neutrino e un blazar potrebbe segnare la nuova era dell’astronomia neutrinica. Il nuovo studio, appena pubblicato su Science, ha infatti tracciato per la prima volta l’origine del neutrino extragalattico IC-170922A, catturato dal rivelatore IceCube. Si tratta del blazar TXS 0506+056: un nucleo galattico attivo, cioè un buco nero supermassiccio al centro di una galassia che espelle un getto di materia relativistica, flussi di particelle e radiazioni energetiche a velocità vicine a quella della luce. A misurarne con precisione il fenomeno, una collaborazione scientifica internazionale a cui hanno partecipato l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi), l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infnf).

 

«È un altro grande risultato dell’astronomia multimessaggero – commenta RobertoBattiston, presidente dell’Asi. – Oltre ai fotoni e alle onde gravitazionali, sorgenti estremamente energetiche nell’universo comunicano con noi attraverso neutrini di altissima energia. Grazie a questa nuova astronomia l’universo ogni giorno diventa più piccolo e meno sconosciuto, attraverso i sofisticati strumenti a terra e nello spazio sviluppata dai ricercatori di Asi, Inaf e Infn.»

 

«Anche in questa scoperta – aggiunge Nichi D’Amico, presidente dell’Inaf – come nel caso dell’emissione di onde gravitazionali da parte del primo merger di due stelle di neutroni mai osservato, la potenza di fuoco di cui dispone l’Inaf, a tutte le lunghezze d’onda e con strumentazione di avanguardia da terra e dallo spazio, si è dimostrata determinante per rispondere ad alcune delle domande fondamentali per la comprensione dell’universo.»

 

«Questo è un risultato di estrema importanza, – commenta infine Fernando Ferroni, presidente dell’Infn – perché innanzitutto conferma la straordinaria potenza di indagine dell’astronomia multimessaggero. Il fatto poi che sia stato un neutrino a innescare la scoperta, conferma il ruolo chiave che questa sfuggente e ancora poco conosciuta particella può giocare nella nostra comprensione dell’universo. La rivelazione di IceCube conferma, inoltre, l’efficacia delle nostre strategie di indagine dei neutrini: vale a dire andare non solo sottoterra come nei Laboratori Infn del Gran Sasso, ma anche sotto i ghiacci e sott’acqua come fa l’esperimento Antares, cui collaboriamo al largo delle coste francesi. E le osservazioni dei rivelatori di fotoni gamma, come Fermi e Magic, confermano la nostra abilità, scientifica e tecnologica, di indagare il mondo delle particelle elementari con molti diversi strumenti. Infine, ma non ultimo, questo risultato dà un’ulteriore conferma della capacità della fisica italiana di essere protagonista delle grandi imprese scientifiche che si conducono a livello mondiale.»

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