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Reportage di primavera su Marte

Un nuovo album di immagini catturate questa primavera dalla sonda euro-russa Tgo, mostra una serie di interessanti caratteristiche geologiche sulla superficie di Marte, catturate quando il pianeta aveva appena superato l’equinozio di primavera. Le foto sono state riprese con la camera di bordo CaSSIS (Color and Stereo Surface Imaging System), strumento realizzato un fondamentale contributo italiano.

Campi di dune nel Cratere Green

Scattata il 27 aprile scorso, la foto in apertura mostra parte di un cratere da impatto situato all’interno del più grande Cratere Green nel quadrilatero Argyre nell’emisfero meridionale di Marte.L’immagine rivela un campo di dune quasi nero sulla destra, circondato da terreni rossi, parzialmente ricoperti da un brillante ghiaccio bianco. I calanchi, anch’essi parzialmente ricoperti di ghiaccio, sono visibili nella parete del cratere al centro dello scatto. Gli scienziati stanno attualmente studiando la relazione tra questo ghiaccio stagionale e la presenza dei calanchi. L’immagine è stata scattata subito dopo l’equinozio di primavera nell’emisfero meridionale di Marte, quando la parte più meridionale del cratere (a destra) era quasi completamente priva di ghiaccio mentre la parte settentrionale (al centro) era ancora parzialmente coperta. La parete del cratere meridionale ha avuto un’esposizione più lunga al Sole (come sulla Terra, i pendii rivolti verso l’equatore ricevono più luce solare), quindi il ghiaccio in questa zona si è ritirato più velocemente.

 

Strutture a foglia nel cratere da impatto Antoniadi

Questa immagine, catturata il 25 marzo 2020, mostra il fondo del cratere da impatto Antoniadi, ampio 400 km, che si trova nell’emisfero settentrionale di Marte nella regione di Syrtis Major Planum. Il colore blu dell’immagine non rappresenta il colore reale del fondo del cratere ma evidenzia la diversità della composizione rocciosa.

Al centro dell’immagine ci sono strutture dendritiche che assomigliano alle vene di foglie di quercia. Queste strutture, prove di antiche reti fluviali in questa regione, sporgono dalla superficie, a differenza dei canali, che di solito scendono in profondità. Questo perché i canali sono stati riempiti con materiale più duro – possibilmente lava – e nel tempo le rocce più morbide che circondano questi canali ramificati sono state erose, lasciando un’impronta invertita di questo antico sistema fluviale.

 

Bacino da impatto di Argyre dopo l’equinozio di primavera

Questa immagine del bacino da impatto di Argyre, negli altopiani meridionali di Marte, è stata scattata il 28 aprile 2020 proprio quando Marte aveva superato l’equinozio di primavera dell’emisfero meridionale. Qui, il ghiaccio stagionale nel bacino da impatto, lungo 800 km, si sta visibilmente ritirando mentre la cresta sul lato destro dell’immagine è ancora coperta di brina. Su Marte, la radiazione solare in entrata trasforma il ghiaccio in vapore acqueo direttamente, senza prima scioglierlo in acqua, tramite un processo chiamato sublimazione. Poiché il pendio rivolto a nord (a sinistra) ha avuto un’esposizione più lunga alle radiazioni solari, il suo ghiaccio è sublimato più rapidamente.

 

Composizione di rocce nel canyon Ius Chasma

L’immagine, scattata il 5 maggio 2020, mostra una parte del fondo del canyon Ius Chasma appartenente al sistema di canyon Valles Marines, che si estende per quasi un quarto della circonferenza di Marte a sud dell’equatore del pianeta. Il canyon Ius Chasma è lungo circa 1000 km e profondo fino a 8 km, il che lo rende due volte più lungo e quattro volte più profondo del famoso Grand Canyon nello stato americano dell’Arizona.

Le bellissime variazioni di colore sul pavimento di Ius Chasma sono causate da cambiamenti nella composizione rocciosa. Gli scienziati teorizzano che le rocce leggere siano sali lasciati dopo dall’evaporazione di antico lago è evaporato. Le informazioni sulla composizione della roccia sono utili agli scienziati in quanto consentono loro di ripercorrere la storia della formazione del canyon.

 

 

Manuela Proietti: Giornalista, photo- e videographer. Dal 2009 coordina i progetti editoriali dell'Agenzia spaziale italiana. Ha lavorato per l'Agenzia Dire e scritto per La Stampa