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Lo spazio del futuro. Intervista a Roberto Vittori

Cosa ha significato per la storia dello spazio il lancio della commercial crew di spaceX

Il lancio di Crew Dragon è un evento che rimarrà nella storia del comparto spaziale per vari motivi. In primis, è il ritorno degli Stati Uniti tra i protagonisti dell’esplorazione spaziale: “American astronauts, on American rocket, from American soil”. Inoltre, Crew Dragon con il suo lanciatore ovvero con il Falcon 9 è, prima volta nella storia, un sistema privato, ed è per gran parte riutilizzabile. Insomma, una serie di primati che posizionano, di nuovo, dopo lunghi anni di attesa, la tecnologia americana in primissima fila

Dall’ultimo volo dello Space Shuttle sono passati oltre 9 anni, durante i quali gli americani per arrivare a bordo della Stazione Spaziale Internazionale sono stati costretti ad “acquistare passaggi” dai Russi. SpaceX quindi pone fine alla dipendenza degli Stati Uniti dalla tecnologia russa; non solo, addirittura la supera avendo il primo stadio del Falcon 9 capacità di atterrare, per poi essere utilizzato di nuovo.

Vale osservare tuttavia che si tratta di un ritorno alle capsule, con le conseguenti difficoltà in fase di atterraggio o meglio, di ammaraggio. In effetti se mettiamo a confronto l’atterraggio di precisione dello Space Shuttle con uno “splashdown” di Crew Dragon, abbiamo una impressione che le capsule siano un passo indietro rispetto a configurazioni “lifting body”, come in effetti lo sono.

Anche il ruolo degli astronauti cambierà?

Crew Dragon è stata progettata e realizzata per essere completamente automatica. Differentemente dallo Space Shuttle, che prevedeva un impegno molto intenso dell’equipaggio, la nuova navetta di SpaceX potrebbe andare in orbita anche senza astronauti. Del resto lo ha effettivamente fatto più volte, sia nella versione “cargo”, sia nella versione “demo”.

Significativo in questo senso osservare che SpaceX non ha un suo corpo astronauti. Questo a differenza della Boeing che invece ha dei suoi astronauti sperimentatori.

Anche in questo caso si vede lo stile distintivo di Elon Musk che punta moltissimo sull’automazione; dalle autovetture (Telsa), alle navette spaziali (Crew Dragon).

Boeing ha presentato la sua navetta, con comandi vecchio stile, totalmente diversa da quella di spaceX che si guida con un touchscreen (in realtà è quasi tutta automatica). Ma lanceranno tra un anno, un deciso ritardo per chi ha fatto la storia dello spazio americano

La Boeing soffre evidentemente la competizione di SpaceX. Dopo essere stata indiscussa protagonista di tutta la fase iniziale dello sviluppo tecnologico del comparto spaziale statunitense, si trova ora in significativo ritardo nello sviluppo della sua capsula “Starliner” il cui inviluppo di volo è simile a quello di Crew Dragon. Del resto l’inviluppo di Starliner è simile anche a quello della Soyuz che opera con successo da ormai 60 anni. Gli stessi cinesi con la loro navetta Shenzhou operano ormai da almeno 20 anni. Sorprende quindi, e non poco, che la Boeing stia trovando tutte queste difficoltà per realizzare una capsula con un inviluppo di volo ormai ben noto.

Che ha di più spaceX o meglio Elon Musk? Una settimana dopo era sulla rampa di lancio per starlink e ancora dieci giorni ecco un altro lancio. Tre recuperi del primo stadio andati a buon fine, la Nasa che accetta di riutilizzare la stessa navetta per il prossimo volo, i motori raptor che fanno test uno dopo l’altro…

La capacità di SpaceX supera qualsiasi concorrente. Il Falcon 9 ha costi estremamente competitivi, con il primo stadio riutilizzabile, ed addirittura è ora “human rated”. Quindi assomma in sé tutta una serie di vantaggi tecnologici che lo rende come il razzo vettore più versatile e più capace.

Non solo, Elon Musk sta già pensando al prossimo passo, ovvero al razzo-navetta Starship in grado di operare e atterrare, per poi rifornire e ripartire. Realizzare un razzo completamente riutilizzabile è, ancora ad oggi, fantascienza. Elon Musk ci sta provando con convinzione e con determinazione malgrado le esplosioni, una dietro l’altra dei primi prototipi. Ad oggi tutti i tentativi di SpaceX di realizzare il nuovo razzo-navetta , ovvero Starship , sono terminati con spettacolari esplosioni. Ma Elon Musk insiste, anzi accelera.

 

 

Francesco Rea: Giornalista professionista dal 1994 ha lavorato per diverse testate nazionali, stampa, radio e video, oltre che per alcune istituzioni politiche. Laureato in lettere, indirizzo storia contemporanea, da oltre venti anni lavora alla comunicazione di istituti scientifici, legati allo spazio e all'astrofisica spaziale. La matematica resta comunque un elemento oscuro e la foto è di dieci anni e 15 chili addietro