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Il bene dell’acqua, una lezione spaziale

L’acqua è la base della vita in tutte le sue forme. Ed è anche una materia prima al centro dell’economia, tanto che alcuni la chiamano “oro blu”. Ma questo bene prezioso, spesso sprecato, è a rischio sul nostro pianeta. Lo ha dimostrato la pandemia del Covid-19, che ha messo in luce come un ingrediente così fondamentale per il rispetto delle norme igieniche non sia equamente distribuito. Secondo l’Oms, il 55% delle strutture sanitarie nei paesi in via di sviluppo non ha i servizi idrici di base. Senza contare l’acqua potabile, che manca del tutto o non è gestita in sicurezza per circa 2,2 miliardi di persone.

Quanto questa risorsa sia preziosa l’uomo l’ha imparato bene, paradossalmente, lasciando il nostro pianeta. Nello spazio l’acqua non si può sprecare, ne va della sopravvivenza. E infatti è proprio a gravità zero che sono stati inventati i più efficienti sistemi di recupero dell’oro blu. A 400 chilometri di altezza, sulla Stazione spaziale internazionale, oltre l’80% dell’acqua viene riciclata. I sistemi utilizzati sono due: il primo, sviluppato dai russi, filtra e purifica il vapore acqueo del respiro, l’acqua utilizzata per lavarsi e persino il sudore degli astronauti. Il secondo si basa invece sul cosiddetto impianto di trasformazione dell’urina sviluppato dalla Nasa.  Molti astronauti in missione ci hanno scherzato su, ma letteralmente a bordo della Iss non si butta via quasi nulla.

Spostandosi dall’orbita bassa verso lo spazio profondo, il problema dell’acqua diventa ancora più cruciale. In vista delle future missioni sulla Luna e su Marte, tutte le agenzie spaziali stanno pensando ai modi più sostenibili per garantire la sopravvivenza degli astronauti anche per lunghi periodi. Non è pensabile portare riserve d’acqua sufficienti dalla Terra: oltre ai già rodati sistemi di riciclo, sarà quindi necessario trovare il modo di procurarsi acqua potabile – nonché riserve di ossigeno – direttamente in loco. Per questo gli scienziati stanno studiando sistemi di estrazione e purificazione di H2O direttamente dal sottosuolo lunare, dove il prezioso liquido sembrerebbe non mancare come recenti studi hanno confermato. Sulla Luna e su Marte sarà vitale ogni goccia d’acqua – la stessa acqua che a casa nostra costituisce il 70% del pianeta. Ma anche se siamo ben abituati, questa risorsa si sta lentamente esaurendo. Ed è fondamentale non sprecarla, come insegna l’esperienza nel settore spaziale.

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica freelance appassionata di clima, ambiente, osservazione della Terra e astronomia. Ha una laurea in filosofia e un master in comunicazione della scienza alla Sissa di Trieste. Collabora con la società di comunicazione della scienza formicablu ed è co-fondatrice di Facta.eu, centro no profit che applica il metodo scientifico al giornalismo. Dal 2015 collabora con Global Science, convinta che lo spazio sia un punto di vista privilegiato per comprendere meglio il nostro pianeta.