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Un esopianeta al ‘capolinea’

Ha intrapreso un percorso azzardato che lo ha portato ad avvicinarsi pericolosamente al suo astro e ne sta pagando le conseguenze: il temerario in questione è un pianeta appartenente al sistema di Dmpp-1, una stella di tipo ‘F’ che è leggermente più grande e calda del Sole, ha sulle ‘spalle’ 2 miliardi di anni ed è situata ad oltre 200 anni luce di distanza dalla Terra. E’ quanto afferma uno studio pubblicato di recente su The Astrophysical Journal Letters (articolo: “A Possible Transit of a Disintegrating Exoplanet in the Nearby Multiplanet System Dmpp-1”) e basato sui dati della mappatura Dmpp (Dispersed Matter Planet Project) e del satellite Tess (Transiting Exoplanet Survey Satellite) della Nasa. L’indagine è stata curata da un gruppo di ricercatori della Scuola di Scienze Fisiche della Open University, del Max Planck Institute for Solar System Research e dell’Avs- Rutherford Appleton Laboratory.

La mappatura Dmpp, avviata nel 2015, è centrata sulla ricerca di esopianeti che orbitano particolarmente vicino alla loro stella ospite; nello specifico, il progetto, utilizzando misurazioni ad alta precisione della velocità radiale, si focalizza su quegli astri che presentano velature di gas caldo circumstellare. Controllando le lievi ondulazioni della velocità radiale che si formano nel segnale emesso dalle stelle, il team di Dmpp intende scovare piccoli esopianeti che stanno perdendo massa man mano che le loro orbite si fanno più vicine all’astro di riferimento. Nel dicembre 2019, il gruppo di lavoro ha annunciato le prime scoperte nell’ambito della mappatura, ovvero sei pianeti in orbita intorno a tre stelle; il primo di questi sistemi, designato come Dmpp-1, è stato ritenuto di particolare interesse ed è stato sottoposto ad ulteriori analisi con i dati fotometrici del satellite Tess.

Dmpp-1 presenta quattro pianeti, probabilmente collocati di taglio; tre di essi sono stati classificati come super-Terre mentre il quarto è simile a Nettuno. Il quartetto, secondo i dati di Tess, non passa direttamente davanti alla stella, ma per uno dei componenti è stato notato un segnale particolare: un transito molto debole con un periodo di circa 3,3 giorni che non corrisponde a nessuno dei dati relativi alla velocità radiale attualmente noti. Gli studiosi, quindi, hanno formulato l’ipotesi che il pianeta caratterizzato da questo segnale si stia letteralmente disintegrando: infatti, i dati relativi al periodo, alle dimensioni e alla profondità dei transiti sono coerenti con questo scenario. In definitiva, il piccolo corpo celeste verrebbe irradiato a tal punto dalla sua stella che la sua superficie rocciosa si starebbe sublimando; nel corso del tempo, il pianeta dovrebbe sparire nel nulla.

Secondo gli autori del saggio, la scoperta riveste una notevole importanza perché potrebbe fornire informazioni preziose sulla composizione interna degli esopianeti rocciosi. La ricerca richiede ulteriori approfondimenti fotometrici e potrà essere portata ad un maggiore livello di approfondimento quando sarà operativo il telescopio Webb.

In alto: Elaborazione artistica del sistema di Dmpp-1 (Crediti: Mark A. Garlick/Haswell/ Barnes/Staab/Open University). 

 

 

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.