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Il pianeta scomparso

Era stato etichettato come uno dei primi esopianeti, in un sistema stellare vicino, scoperti con l’imaging diretto grazie alle osservazioni del telescopio spaziale Hubble Oggi, però, sembra essere scomparso. 

Avvistato per la prima volta nel 2008 , i dati hanno rivelato che l’esomondo non si trovava su un’orbita ellittica, come previsto per pianeti simili, ma era in movimento. Gli ultimi avvistamenti nel 2014 lo avevano catturato in orbita attorno alla stella Formahaut, a 25 anni luce di distanza. A differenza di altri pianeti extrasolari, l’oggetto era osservabile alla luce visibile – un dato, questo, molto insolito per un mondo lontano, poiché troppo piccolo per riflettere abbastanza luce dalla sua stella ospite per essere rilevato da Terra.  Allo stesso tempo, l’esopianeta non presentava alcuna ‘firma di calore’ osservabile nell’infrarosso – un altro dato sospetto, poiché dovrebbe essere abbastanza caldo da essere rilevabile.

In realtà, secondo quanto riportato da un nuovo studio, Hubble non avrebbe osservato esomondo, ma bensì una nube di particelle, nata dalla collisione di due corpi ghiacciati. La luminosità rilevata dalle osservazioni del telescopio sembra provenire da un enorme anello di polvere. Secondo lo studio, la collisione sarebbe avvenuta non troppo tempo prima delle osservazioni del 2004.

«Il nostro studio, che ha analizzato tutti i dati archivistici di Hubble disponibili su Fomalhaut, ha rivelato diverse caratteristiche che insieme dipingono un quadro secondo cui l’oggetto di dimensioni planetarie potrebbe non essere mai esistito in primo luogo», ha detto Andras Gaspar, astronomo dell’Università dell’Arizona e autore principale del documento. «Le collisioni, come in questo caso, sono estremamente rare e riteniamo di esserci trovati nel posto giusto al momento giusto per aver assistito ad un evento così improbabile con il telescopio spaziale Hubble»

«Il nostro modello è naturalmente in grado di spiegare tutti i parametri osservabili indipendenti del sistema: il suo tasso di espansione, la sua dissolvenza e la sua traiettoria», commenta Gaspar.

Secondo le stime, la nuvola di polvere si sarebbe espansa raggiungendo una dimensione maggiore dell’orbita della Terra attorno al Sole. Il  vasto anello di detriti che circonda la stella Fomalhaut, è composto da frammenti che dovrebbero essere probabilmente una miscela di ghiaccio e polvere, come le comete presenti nella cintura di Kuiper, ai margini esterni del nostro Sistema Solare. I ricercatori stimano che ciascuno di questi corpi simili ad una cometa misuri circa 200 chilometri di diametro, poco meno della metà delle dimensioni dell’asteroide Vesta.

In futuro, il team di ricerca osserverà il sistema Fomalhaut con il James Webb Space Telescope della Nasa, nel corso del primo anno di operazioni scientifiche, al fine di esaminare direttamente le regioni calde interne del sistema e ottenendo informazioni dettagliate sull’architettura della ‘cintura di asteroidi’ di Fomalhaut. Lo studio è stato pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences.

 

Ilaria Marciano: Giornalista | Digital Addicted since 1990