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Il Covid-19 ferma il James Webb

Rappresentazione artistica del telescopio spaziale Webb. Credit: Nasa

Stop alle operazioni di integrazione e di test sul James Webb Telescope. Lo ha annunciato venerdì scorso la Nasa, a seguito delle restrizioni messe in atto negli Usa per arginare la diffusione del Covid-19. «La Nasa e il personale internazionale richiesto sul posto per i test non possono essere presenti come previsto», ha detto Thomas Zurbuchen, a capo del direttorato per le missioni scientifiche dell’Agenzia americana. Un fermo che, con ogni probabilità, comporterà un rinvio del lancio, attualmente fissato per il 30 marzo 2021. L’ennesimo, per un progetto pensato oltre vent’anni fa come il successore all’infrarosso del telescopio Hubble ma che ancora oggi non riesce e vedere la luce. Rimaneggiamenti del design originale, aumento dei costi, tagli al bilancio, gravi problemi tecnici, hanno costellato la storia del Webb, fino a che nell’agosto 2019 l’assemblaggio è stata dichiarato ufficialmente concluso e sono iniziate le fasi di test, un traguardo raggiunto con 12 anni di ritardo sull’iniziale tabella di marcia. E ora lo stop per il Covid-19, che ha interessato anche i lavori al nuovo lanciatore Sls per la Luna ma che – fanno sapere dalla Nasa – non ha colpito, almeno al momento, i piani di lancio del rover marziano perseverance, le attività della stazione spaziale e le missioni robotiche già operative, incluso il telescopio Hubble, che in attesa del suo successore, il 25 aprile prossimo compirà 30 anni in orbita e la cui vita operativa è ancora estendibile almeno fino al 2030.

Manuela Proietti: Giornalista, photo- e videographer. Dal 2009 coordina i progetti editoriali dell'Agenzia spaziale italiana. Ha lavorato per l'Agenzia Dire e scritto per La Stampa