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La prima luce di Cheops

Momento decisivo per Cheops. La cover del telescopio spaziale è stata rimossa questa mattina quando in Italia erano le 7:38 e ora Cheops è pronto per catturare le prime immagini della sua missione.

La procedura ha preso il via questa mattina, quando è stato dato il comando di apertura dal Mission Operation Center dell’Instituto Nacional de Técnica Aeroespacial, vicino Madrid. Subito dopo la copertura è stata aperta inviando un impulso elettrico che ha riscaldato l’elemento che la teneva chiusa. A questo punto il dispositivo di fissaggio ha catturato il coperchio e grazie alle misure dei sensori installati i tecnici a terra hanno potuto constatare subito l’esito positivo dell’operazione.

Poco dopo il lancio – avvenuto il 18 dicembre scorso –  i tecnici del centro di controllo della missione avevano messo alla prova i sistemi di comunicazione del telescopio, mentre l’8 gennaio è stato avviato il computer eseguendo test su tutti i componenti.

Le prime immagini saranno pubblicate nel giro di due settimane e la rimozione della cover segna l’inizio di una serie di nuove attività. «Nei prossimi due mesi Cheops osserverà molti sistemi stellari con il fine di verificare l’accuratezza delle sue osservazioni – commenta Willy Benz principal investigator della missione – inoltre queste attività consentono di formare tutti gli aspetti del segmento di terra – il Science Operations Center presso l’osservatorio dell’Università di Ginevra – in vista dell’inizio della normale fase operativa scientifica».

Cheops è una missione congiunta dell’Esa e della Svizzera, guidata dall’Università di Berna, in collaborazione con l’Università di Ginevra. Il cuore di Cheops è il telescopio di bordo, dotato di un fotometro estremamente sensibile, progettato dai ricercatori dell’Istituto nazionale di astrofisica di Padova e Catania e realizzato grazie al supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana, con la partecipazione delle industrie, in particolare Leonardo, Media Lario e Thales Alenia Space.  L’Italia ha un ruolo significativo anche nel team scientifico internazionale che vede la presenza di ricercatori di Inaf e dell’Università di Padova.

L’Ssdc dell’Asi giocherà un ruolo importantissimo durante la fase operativa: Ssdc è membro del Soc e ospiterà l’unico Mirror ufficiale dell’Archivio dei dati scientifici di Cheops i cui server sono in fase di test proprio in questi giorni. Ssdc supporterà, inoltre, la comunità italiana interessata all’utilizzo dei dati di Cheops.

Fulvia Croci: Giornalista pubblicista, dopo la laurea in Relazioni Internazionali si avvicina al mondo della comunicazione scientifica. Nel corso degli anni ha trattato una vasta gamma di temi legati all'esplorazione spaziale, alla ricerca e alle attività dell’Agenzia Spaziale Italiana.