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Rosina e il sapore della vita

C’è un legame sempre più stretto tra lo sviluppo della vita e l’impatto delle comete sul nostro pianeta. Lo ha scoperto uno studio guidato dall’Università di Berna che ha utilizzato i dati dello strumento Rosina, lo spettrometro a bordo della sonda Esa Rosetta.

I ricercatori bernesi hanno trovato una spiegazione che motiva la quasi totale assenza di azoto nella chioma delle comete. Nella maggior parte dei casi questo elemento-  essenziale per lo sviluppo della vita –  si trova sotto forma di sali di ammonio la cui presenza non è stata misurata in precedenza. Questi sali potrebbero indicare che gli impatti delle comete hanno reso possibile la vita sul nostro pianeta.

Rosetta non è stata la prima missione impegnata in un flyby ravvicinato di una cometa. Nel 1985 la sonda Esa Giotto ha sorvolato la cometa Halley e grazie al suo spettrometro ha osservato una mancanza di azoto nella sua chioma. Sebbene l’azoto sia stato scoperto sotto forma di ammoniaca e acido cianidrico, l’incidenza è stata inferiore alle attese degli scienziati. Più di trent’anni dopo Rosetta, a meno di un mese dalla fine della sua missione, ha sorvolato la cometa 67P Churyumov-Gerasimenko a 1,9 chilometri di distanza dalla superficie, immergendosi nella sua chioma.

L’impatto con le polveri emesse dalla cometa ha quasi distrutto i sensori di Rosina ma grazie a questo incidente gli scienziati sono riusciti a rilevare alcune tipologie di particelle mai analizzate prima. In particolare l’incidenza di ammoniaca, il composto chimico di azoto e idrogeno, è risultata sorprendentemente alta.

«L’incidenza dell’ammoniaca nei dati Rosina potrebbe essere probabilmente ricondotta alla presenza di sali di ammonio –  spiega Kathrin Altwegg, responsabile di Rosina e co-autrice dello studio – come il sale, l’ammoniaca ha una temperatura di evaporazione molto più elevata rispetto al ghiaccio e si trova sotto forma solida nell’ambiente freddo di una cometa. Finora non è stato possibile misurare questi composti solidi tramite telerilevamento con telescopi o direttamente sul posto».

Sono state necessarie molte analisi in laboratorio per dimostrare la presenza di questi sali nel ghiaccio cometario. «Il team di Rosina ha trovato tracce di cinque diversi sali di ammonio: cloruro di ammonio, cianuro di ammonio, cianato di ammonio, formiato di ammonio e acetato di ammonio- conclude Nora Hanni del team Rosina – fino ad ora l’apparente assenza di azoto nelle comete era un mistero. Il nostro studio ora mostra che è molto probabile che l’azoto sia presente sulle comete, in particolare sotto forma di sali di ammonio».

I sali di ammonio scoperti includono diverse molecole rilevanti nel campo dell’astrobiologia che possono favorire lo sviluppo di urea, aminoacidi, adenina e nucleotidi. La presenza di questi composti è sicuramente un’ulteriore indicazione che gli impatti delle comete possono essere collegati con l’emergere della vita sulla Terra.

Fulvia Croci: Giornalista