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Spazio Usa, attesa per il budget Nasa

Settimana intensa per lo spazio made in Usa. Nella giornata di ieri la Camera e il Senato americani hanno elaborato il disegno di legge sul bilancio Nasa per l’anno 2020 che ammonta a 22,629 miliardi di dollari una cifra che – se venisse approvata nei prossimi giorni dal Congresso-  si aggira intorno a quella proposta dall’amministrazione Trump. Il budget dell’agenzia per il 2019 si era assestato sui 21,5 miliardi e la richiesta della Nasa per il 2020 era di 21 miliardi almeno fino a maggio scorso, quanto l’ente ha richiesto un ammontare supplementare pari a 1,6 miliardi richiesti per accelerare il ritorno dell’uomo sulla Luna dal 2028 al 2024.

Ma la strada per il ritorno sulla Luna non è del tutto tracciata, secondo quanto si legge nel rapporto allegato allo stanziamento dei fondi governativi, che assegna 600 milioni di dollari – contro 1 miliardo richiesto dalla Nasa- allo sviluppo di lander lunari per il trasporto di astronauti. Nel rapporto, si invita la Nasa a dare priorità alla selezione di proposte che riducano i pericoli per gli astronauti: inoltre si specifica che i lander potranno partire dal suolo statunitense a bordo di un qualsiasi veicolo spaziale sia commerciale sia di altro tipo.

L’amministratore della Nasa Jim Bridenstine aveva dichiarato che avrebbe trovato il modo di mantenere comunque attivo il programma relativo ai lander per gli astronauti, se i finanziamenti non avessero ottenuto la cifra desiderata.

Una rappresentazione di lander lunare

«Grandi notizie!  – ha twittato Bridenstine – se approvato, il budget fornisce per la prima volta da Apollo un finanziamento per lo sviluppo di un lander per astronauti. Siamo grati per il supporto di bipartisan e continueremo a lavorare con il Congresso per garantire i fondi necessari per far sbarcare la prima donna e il prossimo uomo sulla Luna entro il 2024»

Sul fronte spazio commerciale il Falcon 9 di SpaceX mette a segno un altro successo effettuando il lancio numero tredici, con a bordo due satelliti uno giappopnese, l’altro di Singapore, che avranno il compito di portare internet nelle zone isolate del Sud-Pacifico.

Circa otto minuti dopo il lancio, il primo stadio del razzo – già utilizzato per due volte dall’azienda – è stato recuperato sulla chiatta ‘Of course  I still love you’ , al largo delle coste della Florida. Al contrario, le due parti che compongono il fairing, ovvero la carenatura del payload hanno mancato le reti di recupero e sono finite in mare.

Il primo stadio del Falcon 9 recuperato dalla nave al largo delle coste della Florida

 

SpaceX ha dichiarato che tenterà il recupero e proverà a riutilizzarle nel prossimo lancio. Mentre il recupero del primo stadio è ormai routine per l’azienda di Musk, quello della carenatura è un procedimento più complesso che necessita di ulteriori prove.

 

Al momento SpaceX è riuscita a recuperarne circa la metà nei suoi lanci, a dimostrazione che la volontà dell’azienda di riciclare il più possibile per mantenere abbordabili i costi di lancio, continua ad essere una priorità.

Fulvia Croci: Giornalista