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Nasa e Iss, primo passo verso i voli privati

La Nasa dà il via ai voli commerciali per la Stazione Spaziale Internazionale. L’agenzia spaziale americana è interessata ad espandere le opzioni per i propri astronauti, ed ha appena annunciato l’intenzione di voler prenotare un posto a bordo di missioni private gestite da Boeing e SpaceX non comprese nel Commercial Crew Program. La missione sarebbe di breve durata dai 15 ai 30 giorni e  non di sei mesi, ovvero la durata standard per la ISSe potrebbe partire nei prossimi cinque anni.

«In preparazione ai piani per l’esplorazione della Luna e di Marte – si legge in un comunicato emesso dalla Nasa lo scorso 26 novembre – la Nasa ha intenzione di far volare missioni di diversa lunghezza per stabilire i parametri fisiologici e altre variabili concernenti la salute degli astronauti impegnati nei viaggi nello spazio profondo. La Nasa ha già compiuto una missione Iss di un anno, quella che ha visto impegnato Scott Kelly mentre il suo gemello Mark è rimasto a terra per fornire i parametri di confronto al ritorno. I 340 giorni in orbita di Scott, sono stati fondamentali per capire come il corpo reagisce alla lunga permanenza in microgravità e la Nasa vuole ripetere l’esperimento sul breve termine».

Nel giugno scorso, la Nasa ha annunciato di voler aprire la Iss a missioni private con equipaggio, affermando che il laboratorio orbitante potrebbe accoglierne fino a due l’anno e la Nasa potrebbe acquistare un posto per un suo astronauta, a bordo di una di esse.

«L’obiettivo della Nasa – continua la dichiarazione del 26 novembre – è di poter acquistare servizi per il trasporto in orbita bassa come un qualsiasi altro cliente. L’acquisto di un posto, supporterà gli obiettivi di commercializzazione dell’orbita bassa e garantirà una costante presenza americana nell’avamposto spaziale».

Nel frattempo, né Boeing né SpaceX hanno ancora dato il via ai test con equipaggio sulle loro navette. Crew Dragon ha effettuato un volo dimostrativo lo scorso marzo e si sta preparando per un test di abort mission nei primi mesi del 2020. Boeing invece, dovrebbe far volare la sua Starliner per un volo di prova senza equipaggio il prossimo 17 dicembre. Dal 2011, anno di pensionamento del programma Shuttle, la Nasa si affida alla Soyuz come mezzo per raggiungere la Stazione almeno fino al prossimo anno, data di scadenza del contratto di fornitura dei voli ( ne abbiamo parlato qui).

L’agenzia americana, si è già mossa per mano del suo numero uno,  Jim Bridenstine che ha formalmente chiesto alla Roscosmos due passaggi per l’autunno 2020 e la primavera del 2021, non ancora approvati dall’agenzia russa. Per questo motivo, la Nasa ripone tutte le aspettative nel successo del Commercial Crew Program e nel volo delle due navette, il cui compito sarà ridare l’indipendenza agli Stati Uniti nei trasporti da e per la Iss.

 

Fulvia Croci: Giornalista