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Incendio e clima, il termometro dei satelliti

A firefighters tries to hose down flames as a home burns in the Getty fire area along Tigertail Rd. Monday, Oct. 28, 2019, in Los Angeles. (AP Photo/Marcio Jose Sanchez)

Scarsità d’acqua e clima rovente sono fattori che incidono negativamente sulla salute delle foreste e, a causa del cambiamento climatico che stiamo vivendo, sono condizioni sempre più diffuse con conseguenze a volte devastanti per il nostro ecosistema.

Dopo l’emergenza in Amazzonia, a dare l’allarme è la California, dichiarata dal governatore Gavin Newson stato di emergenza. È ormai da giorni che su gran parte del territorio californiano imperversano estesi incendi che hanno costretto oltre 200mila persone ad evacuare le proprie abitazioni.

A bruciare maggiormente sono stati – e continuano ad essere – Sonoma County, a nord di san Francisco, e un’area nei pressi del Getty Museum a Los Angeles. Rispettivamente 30milla ettari e 250mila ettari di terreno. Alimentate da forti venti le fiamme si diffondono sempre più, espandendosi in diverse aree nello stato della California.

Purtroppo, gli incendi nel corso di quest’anno hanno riguardato molti altri luoghi nel mondo, specialmente nei mesi estivi. Lo sguardo dei satelliti è un valido supporto per integrare i dati da terra nel loro monitoraggio e nella prevenzione a lungo termine di questi disastri legati inevitabilmente al riscaldamento globale.

I dati satellitari di Copernicus Sentinel-3  mostrano che nell’agosto 2019 gli incendi si sono quintuplicati rispetto all’anno precedente, registrando 79.000 incendi in tutto il mondo contro i 16.000 riscontrati nel 2018. L’Asia risulta essere il continente più colpito, raggiungendo il 49% di tutti gli incendi rilevati, mentre circa il 28% è stato rilevato in Sud America, il 16% in Africa e il resto in Nord America, Europa.

Molto ci si attende dai satelliti di seconda generazione del sistema italiano Cosmo-SkyMed, prima costellazione radar interamente dedicata osservazione satellitare della Terra, attualmente composta da 4 satelliti che nell’ultimo decennio hanno  permesso di documentare i mutamenti in atto sul pianeta dovuti al cambiamento climatico, a partire dallo scioglimento dei ghiacciai. Il primo satellite di seconda generazione sarà lanciato il prossimo 17 dicembre dalla Guyana francese.

Le osservazioni radar della costellazione, unite ai dati ottenuti da altri satelliti operanti nelle diverse bande, forniranno dati essenziali che le autorità potranno utilizzare per rispondere ad incidenti come quelli che hanno coinvolto l’Amazzonia e la California e a formulare nuove politiche ambientali.

Ilaria Marciano: Giornalista | Digital Addicted since 1990