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Nursery in pieno fervore nelle galassie distanti

© UNIGE, Dessauges et NASA, ESA

Hanno valori molto più elevati per quanto riguarda la massa, la densità e la turbolenza interna e quindi sono in grado di produrre molte più stelle: sono le nubi molecolari delle galassie distanti, le cui caratteristiche sono al centro di uno studio appena pubblicato su Nature Astronomy (articolo: “Molecular clouds in the Cosmic Snake normal star-forming galaxy 8 billion years ago”). L’indagine è stata condotta da un gruppo di lavoro internazionale, coordinato dal Dipartimento di Astronomia dell’Università di Ginevra. La ricerca, basata anche sui dati del radiotelescopio Alma dell’Eso, ha messo a confronto le suddette nubi con quelle delle galassie vicine ed ha evidenziato le differenze tra le due realtà.

Le proprietà fisiche delle nubi molecolari presenti nella Via Lattea e nelle galassie vicine sono note da tempo e gli autori del saggio si sono chiesti se tali caratteristiche potessero essere uguali nelle galassie situate a distanze di oltre 8 miliardi di anni luce; il quadro emerso dalla ricerca mostra realtà molto differenti, soprattutto per quanto riguarda il tasso di formazione di nuovi astri. Gli astronomi hanno sfruttato il fenomeno naturale della lente gravitazionale e hanno utilizzato gli strumenti di Alma per misurare i livelli di monossido di carbonio, utile come tracciatore dell’idrogeno molecolare che costituisce le nubi. La galassia distante (8 miliardi di anni luce) che si è svelata agli occhi del gruppo di lavoro è quella soprannominata ‘Serpente Cosmico’ per il suo aspetto (in alto); grazie all’effetto lente gravitazionale è stato possibile studiarla ad una risoluzione di soli 90 anni luce. Le nubi del Serpente Cosmico presentano valori da 10 a 100 volte più alti rispetto a quelli delle loro omologhe nelle galassie vicine: cifre così elevate per parametri come massa, densità e turbolenza, sono state registrate nelle galassie vicine solo nei casi di interazione, in cui assumono condizioni molto simili alle loro colleghe lontane.

Secondo gli astronomi, le differenze tra la proprietà fisiche delle nubi sono collegabili anche all’ambiente circostante, che è molto più estremo ed ostile nel caso delle galassie distanti: ad esempio, una tipica nube molecolare di una galassia vicina si troverebbe a mal partito nel mezzo interstellare di una distante e finirebbe per collassare perché non ha massa e turbolenza ad un livello tale da poter mantenere l’equilibrio e quindi sopravvivere. I risultati ottenuti osservando il Serpente Cosmico, che ospita nursery stellari a pieno ritmo, sono stati molto incoraggianti e il team della ricerca intende proseguire il suo lavoro puntando su altre galassie distanti, soprattutto per approfondire i meccanismi di formazione delle loro nubi.

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.