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Space Exploration Masters, D-Orbit vince la prima edizione

Il riconoscimento attribuito per il sistema propulsivo Fenix. La competizione lanciata dall’Esa l’estate scorsa

Redazione16 gennaio 2018

L’Esa ha recentemente lanciato una competizione a premi per applicazioni, prodotti e servizi innovativi nel campo dell’esplorazione spaziale. Il concorso prevedeva due categorie: Technology Transfer Success New Business Innovation CategoryD-Orbit, piccola impresa spaziale con sedi in Italia, in Europa e negli Usa, ha vinto, con il progetto Fenix, il premio nell’ambito della categoria “The Best Business Innovation Idea related to Space Exploration”. In particolare Fenix ha vinto il premio “Esa Prize jointly with Space Applications Services” che ha riconosciuto l’innovazione di D-Orbit in campo propulsivo. Il premio garantisce a D-Orbit l’opportunità di lanciare un prototipo di Fenix in orbita per eseguire una convalida del prodotto. La convalida avverrà grazie all’iniziativa “Ice Cubes”, un servizio che permette di eseguire ricerca in microgravitàsulla Stazione Spaziale Internazionale all’interno del laboratorio europeo Columbus.
I CubeSat sono una categoria di nanosatelliti costituiti da uno o più blocchi strutturali di dimensioni 10x10x10 cm. I formati più comuni per questo tipo di satelliti sono 1U, 2U, 3U, 6U e 12U, dove 1U identifica un blocco di 10x10x10. Viste le dimensioni contenute, questo tipo di satelliti normalmente non ospita un modulo propulsivo, elemento che, altrimenti, per le proprie dimensioni limiterebbe severamente i possibili profili di missione. Fenix è un sistema propulsivo compatto per CubeSat sviluppato da D-Orbit per superare questo tipo di limitazioni. La configurazione di base comprende quattro motori a propellente solido montati lungo gli spigoli di una struttura CubeSat 1U, lasciando libero il volume interno per strumentazione di forma cilindrica, come obiettivi a lunga focale.Configurazioni superiori comprendono un maggior numero di motori, in modo da rispondere alle esigenze più avanzate. I motori sono indipendenti, e possono essere accesi tutti contemporaneamente, in sequenza, o in tempi differenti per eseguire diversi tipi di manovre.

Un primo scenario di utilizzo è la rimozione a fine vita. Con una breve manovra propulsiva, Fenix permette di abbassare l’orbita di un satellite causandone un rientro rapido conforme alle norme internazionali in tema di detriti spaziali. Questa caratteristica è particolarmente importante per missioni in orbite di altezza superiore ai 700 km, un’altitudine proibita a satelliti privi di propulsione. Questo fattore rende Fenix una soluzione ideale per combattere l’accumulo di relitti spaziali. Un secondo scenario di utilizzo è l’estensione di vita. In orbite basse, Fenix permette di aumentare la quota di un satellite prima che quest’ultimo sia catturato dagli strati più alti dell’atmosfera, prolungandone la vita del 50-60%. Un terzo scenario sono le missioni interplanetarie, in cui un satellite viaggia lungo una traiettoria di transito in attesa di inserirsi nell’orbita di un altro corpo celeste. Fenix permette di eseguire una manovra d’inserimento orbitale, aprendo la possibilità di missioni a basso costo verso la Luna e Marte.

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