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La fluorescenza della clorofilla al led

Un team di ricercatori dell’Università di Helsinki ha sviluppato un nuovo sistema per tracciare il ‘segnale’ emesso dalla fluorescenza della clorofilla. Essa non emette radiazioni nella luce visibile, ma nelle lunghezze d’onda del vicino infrarosso. Monitorare la fluorescenza della clorofilla può fornire agli scienziati dati importanti sullo stato di salute della foreste.

La rilevazione del segnale è complicata e finora è stato possibile misurarlo solo all’interno di bande spettrali limitate. Lo studio ha ideato una nuova tecnica che ha permesso di osservare da lontano lo spettro completo della fluorescenza all’interno di una foresta. Con i metodi di telerilevamento utilizzati finora sono stati riscontrati problemi specialmente durante il giorno: poiché il segnale è molto più debole rispetto alla luce solare, la maggior parte della distribuzione della fluorescenza rimane nascosta alla vista. Pertanto tale misurazione, comunemente indicata come Solar-Induced Fluorescence (SIF), richiede strumenti estremamente sensibili e specializzati. La nuova tecnica, chiamata Nocturnal Light Emitting Diode Induced Fluorescence (Ledif), sfrutta invece una tecnologia a led, disponibile in commercio e quindi più economica, e utilizza la notte come ‘un filtro di luce naturale’ che illumina letteralmente la foresta per rivelare l’intero spettro di emissione.

La ricerca permetterà di osservare la fotosintesi attraverso la luce emessa dalle piante, sia su scale più piccole – come nel caso delle serre, colture o foreste – sia a livello globale, utilizzando i satelliti. L’Agenzia spaziale europea, a tal proposito, sta preparando la missione Flex che mira a mappare la fluorescenza a livello globale. Lo scopo degli scienziati è quello di riuscire a stimare regolarmente la fotosintesi delle piante dallo spazio, poiché essa rappresenta il processo che guida il ciclo del carbonio terrestre.

Il ruolo delle foreste nell’assorbimento e assimilazione del carbonio è fondamentale sia per la qualità dell’aria sia per contribuire all’arresto del cambiamento climatico. Misurare lo scambio di anidride carbonica tra le foreste e l’atmosfera richiede una costosa strumentazione e luoghi specifici di osservazione. È qui che entra in gioco la fluorescenza, fornendo un valido aiuto al rilevamento della fotosintesi.  Lo studio è stato pubblicato su Remote Sensing of Environment.

 

Ilaria Marciano: Giornalista | Digital Addicted since 1990