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Ragnatele spaziali

A parità di peso, la seta prodotta dai ragni per intessere la loro tela è più resistente dell’acciaio. Da tempo gli scienziati studiano le straordinarie proprietà di questo materiale, la cui struttura molecolare è composta da migliaia di nanofibrille proteiche poste l’una a fianco all’altra fino a formare un unico filamento estremamente robusto.

Una caratteristica che potrebbe risultare preziosa nelle missioni spaziali, come suggerisce un team di ricerca dell’Università di Washington. Gli scienziati hanno messo a punto un nuovo metodo che utilizza batteri ingegnerizzati per produrre la seta di ragno e altre proteine simili presenti in natura. Queste ragnatele sintetiche potrebbero aiutare a sviluppare materiali molto più resistenti di quelli attualmente disponibili in diversi settori, dall’ingegneria alla medicina, fino ad arrivare all’esplorazione spaziale.

Lo studio, che vede la Nasa tra i finanziatori, è infatti in linea con il progetto dell’agenzia spaziale statunitense di addestrare gli astronauti a costruire strumenti utili alle missioni spaziali direttamente nello spazio, senza bisogno di trasportare una grande quantità di materiale – approccio particolarmente strategico in vista delle future missioni di lunga durata verso Marte.

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica freelance appassionata di clima, ambiente, osservazione della Terra e astronomia. Ha una laurea in filosofia e un master in comunicazione della scienza alla Sissa di Trieste. Collabora con la società di comunicazione della scienza formicablu ed è co-fondatrice di Facta.eu, centro no profit che applica il metodo scientifico al giornalismo. Dal 2015 collabora con Global Science, convinta che lo spazio sia un punto di vista privilegiato per comprendere meglio il nostro pianeta.