X

Hayabusa2, i segni del touchdown

Una foto scattata a 340 milioni di chilometri dal nostro pianeta fa discutere gli astronomi. È l’immagine realizzata dalla navicella giapponese Hayabusa2, che lo scorso 22 febbraio ha effettuato uno storico touchdown sulla superficie dell’asteroide Ryugu, vero e proprio fossile del Sistema solare.

Scattata a circa 25 metri dal suolo un minuto dopo l’atterraggio, dunque già in fase di risalita, la fotografia è stata realizzata grazie all’Optical Navigation Camera grandangolare a bordo di Hayabusa2.

Oltre all’ombra della stessa sonda, sono due i dettagli interessanti che balzano all’occhio: il primo è un puntino bianco, corrispondente al cosiddetto target marker, un punto di riferimento artificiale che è stato posato sul suolo per facilitare la sonda durante la manovra di avvicinamento.  Il secondo elemento degno di nota è un’area più scura, visibile soprattutto confrontando l’immagine scattata prima del touchdown – dove il cerchio viola del video mostra l’area pianificata per l’atterraggio e la raccolta dei campioni – e quella scattata subito dopo, dove si vede appunto la zona scura.

Secondo gli scienziati della Jaxa questa differenza sarebbe da imputare proprio al touchdown, probabilmente a causa del materiale sollevato durante l’operazione di atterraggio. Per confermare questa ipotesi bisognerà però aspettare il ritorno di Hayabusa2 e dei preziosi campioni raccolti, appuntamento atteso nel 2020.

Giulia Bonelli: Giornalista scientifica freelance appassionata di clima, ambiente, osservazione della Terra e astronomia. Ha una laurea in filosofia e un master in comunicazione della scienza alla Sissa di Trieste. Collabora con la società di comunicazione della scienza formicablu ed è co-fondatrice di Facta.eu, centro no profit che applica il metodo scientifico al giornalismo. Dal 2015 collabora con Global Science, convinta che lo spazio sia un punto di vista privilegiato per comprendere meglio il nostro pianeta.