C’è vita nel passato nel pianeta rosso. Questa teoria, formulata da tempo mettendo insieme diversi tasselli dell’esplorazione marziana, guadagna ora un’ulteriore conferma grazie a nuovi dati raccolti dal rover della Nasa Curiosity.

Il piccolo esploratore di Marte, cinque anni appena compiuti, ha infatti individuato una concentrazione di zinco e germanio all’interno del cratere Gale. Questi elementi chimici sarebbero la testimonianza di una intensa attività idrotermaleesistita in passato sul mondo rosso: la condizione ideale per lo sviluppo di antiche forme di vita.

Sulla Terra, lo zinco e il germanio si trovano spesso nei depositi idrotermali ricchi di zolfo, ambienti molto favorevoli alla nascita di organismi primitivi.

In base ai nuovi dati di Curiosity, il cratere Gale (struttura marziana di circa 154 chilometri di diametro) in passato avrebbe sviluppato ambienti simili, in grado di ospitare elementi microbici.

Questa teoria, pubblicata su Journal of Geophysical Research: Planets, è stata messa a punto da un team di ricerca coordinato dall’University of Guelph in Ontario, Canada.

I ricercatori hanno combinato i dati del rover Nasa con simulazioni al computer, esperimenti di laboratorio e analisi di specifici ambienti terrestri, confermando così il passato acquoso di Marte e la sua antica abitabilità.