E’ il più grande canyon del Sistema Solare e si presenta come un sistema di fratture che solca il volto di Marte con misure da record: oltre 3000 km di lunghezza, 600 km di ampiezza e 8 km di profondità. Si tratta della regione nota come Valles Marineris, situata nella zona equatoriale del pianeta e ed estesa per quasi un quinto della sua circonferenza. Questo insieme di strutture geologiche è al centro di un recente studio, curato da un team del Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra dell’Università di Milano-Bicocca e dedicato alle frane marziane e all’azione modellante che può aver avuto il ghiaccio su di esse. La ricerca, illustrata nell’articolo “Modelling Martian landslides: dynamics, velocity, and paleoenvironmental implications”, è stata pubblicata di recente su The European Physical Journal Plus.

Gli esperti – Fabio De Blasio e Giovanni Battista Crosta – hanno basato il loro lavoro sui dati di alcuni strumenti di diverse missioni di esplorazione di Marte, come HiRise di Mars Reconnaissance Orbiter (Nasa), Hrsc di Mars Express (Esa), Themis di Mars Odyssey (Nasa) e Mola di Mars Global Surveyor (Nasa). Le frane delle Valles Marineris sono tra le più ampie e ed estese in lunghezza nell’intero Sistema Solare e sono state ritenute interessanti proprio per la loro particolare configurazione che fa ipotizzare un’azione modellante del ghiaccio. Secondo gli studiosi, infatti, il ghiaccio avrebbe contribuito a far slittare gli smottamenti e questo dato può contribuire ad aggiungere nuovi tasselli alla storia geomorfologica del Pianeta Rosso.

Le frane delle Valles Marineris, il cui nome ricorda la sonda Mariner 9 della Nasa che le scoprì, presentano un aspetto simile a quelle terrestri in cui è entrato in gioco il ghiaccio con la sua azione lubrificante. Gli autori del paper, basandosi anche su questo dato, hanno realizzato una simulazione sul ruolo del ghiaccio nelle frane marziane e hanno delineato due possibili scenari: nel primo il ghiaccio è presente solo alla base, mentre nel secondo impregna il suolo. I ricercatori hanno così dimostrato che il ghiaccio può influenzare l’aspetto e il dinamismo delle frane di Marte, la cui velocità può raggiungere anche un massimo di 200 metri al secondo, e che – persino nelle zone equatoriali come le Valles Marineris – può essere un elemento importante nella lubrificazione degli smottamenti.