di Paolo D’Angelo

Si chiama Palazzo Celeste, un nome evocativo che è la traduzione dal mandarino della parola Tiangong. Stiamo parlando della prima stazione spaziale cinese lanciata 7 anni fa e che a breve rientrerà nell’atmosfera. È un rientro senza controllo che sta tenendo il mondo intero con il fiato sospeso ma che è comunque costantemente monitorato da diversi sensori di osservazione terrestri nel suo percorso orbitale per registrare la sua posizione ed il tasso di decadimento.

La sua altezza orbitale a metà gennaio 2018 si aggirava intorno ai 270 km di quota. Le analisi dei dati di rientro forniscono attualmente una finestra temporale va dal 15 marzo al 15 di aprile 2018. Questa finestra di rientro tenderà, con il passare dei giorni, a ridursi e solo nelle ultimissime fasi si potrà definire meglio la data e le parti del globo terrestre coinvolte.

Anche l’Italia è coinvolta in questo servizio di monitoraggio attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) che presta supporto come ente competente in materia al Dipartimento della Protezione Civile, presso il quale si istituirà il tavolo tecnico, a cui parteciperanno diversi altri enti che hanno l’incarico di seguire l’evolversi della situazione in tempo reale ed analizzare l’eventuale coinvolgimento del territorio nazionale. Il compito dell’ASI è quello di monitorare attraverso gli asset disponibili (radar e telescopi) il decadimento della stazione e per far questo ha coinvolto il proprio Centro di Geodesia Spaziale “Giuseppe Colombo” di Matera. Il Ministero degli Affari Esteri ha inoltre fatto i passi necessari per avere maggiori informazioni riguardanti la Tiangong-1, dai due enti spaziali cinesi China National Space Administration e China Manned Space Agency. Per quanto riguarda l’Italia i sorvoli sul territorio nazionale sono circa 3-4 al giorno a distanza di circa 90 minuti l’uno dall’altro. La Stazione può anche essere osservata ad occhio nudo utilizzando particolari app che forniscono luoghi e periodi di visibilità. Non è la prima volta che un oggetto di grandi dimensioni rientra in maniera incontrollata nell’atmosfera.

È anche da ricordare che ad oggi nessun danno è stato causato da parte di questi oggetti spaziali. Ricordando che la superficie del globo terrestre per circa il 70% è occupata da acqua e da zone desertiche, la probabilità che il rientro possa colpire zone abitate è davvero minima. Si valuta che sia poco più di 1 su diecimila, molto meno dei rischi che si corrono nel viaggiare con qualunque mezzo aereo, terrestre o navale. Lanciata il 29 settembre del 2011 la Tiangong-1 è stata abitata per brevi periodi da due equipaggi tra il 2012 ed il 2013. Si tratta di un cilindro lungo circa 10 metri con un diametro di circa 3.3 metri ed ha due pannelli solari di 17 metri di lunghezza complessiva e pesa circa 8000 chilogrammi.