Coppia di propulsori ionici.
Credit:ESA

Test di successo per i propulsori ionici della navicella Bepi Colombo in viaggio verso Mercurio dove l’arrivo è previsto per il dicembre 2025. Una doppia verifica  necessaria  per accertarsi del  funzionamento dei quattro propulsori a luce blu, controllati uno a uno, e del loro impatto sulla navicella di trasporto Mercury Transfer Module (MTM), che custodisce il cuore scientifico dell’audace missione euro nipponica- il  Mercury Planetary Orbite (MPO) e il Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO)-

Avvolta nella luce blu incandescente il cui effetto “fantascientifico” si deve alla propulsione allo Xenon,  tutte la fasi dei test, effettuati su ciascuno dei quattro propulsori, hanno superato le verifiche, prima di tornare alla normale  velocità.

«Vedere per la prima volta i propulsori lavorare nello spazio è stato un momento emozionante e un grande sollievo, considerato il ruolo che questi avranno durante i sette anni di viaggio. Saranno ben 22 le spinte necessarie a che la sonda raggiunga il suo obiettivo. Per questo abbiamo bisogno di propulsori sani e ben funzionanti» spiega Paolo Ferri, responsabile delle operazioni di ESA.

I propulsori di Bepi Colombo sono una delle tante sfide di questa missione. Ogni arco di accensione del propulsore persiste fino a due mesi, fornendo la stessa accelerazione ottenuta da una minore quantità di combustibile rispetto alle combustioni chimiche tradizionali ad alta energia, che durano solo qualche minuto o ore. Il primo arco di spinta si svolgerà a metà dicembre, quando la navicella dovrà intraprendere la traiettoria interplanetaria, ottimizzando l’orbita, in attesa del fly by del pianeta azzurro previsto nell’aprile 2020.

Verso la fine del 2025 il lavoro del modulo di trasferimento sarà completato e i due moduli MMO e MPO si separeranno dal modulo di trasporto per essere catturati dalla gravità di Mercurio e studiarne il pianeta e il suo ambiente.

«Abbiamo riposto la nostra fiducia nei propulsori e non ci hanno deluso. Ora siamo diretti su Mercurio con l’elettro mobilità» aggiunge Günter Hasinger, direttore della scienza di ESA.

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