Nel nostro Sistema Solare sono presenti un gran numero di lune che orbitano attorno ai pianeti. L’astronomia di oggi tenta di scoprire se i satelliti naturali sono così comuni anche al di fuori del Sistema Solare. Risale, infatti, a un mese fa l’annuncio della scoperta del primo esopianeta candidato ad ospitare una esoluna, ma la conferma delle prime rilevazioni dell’oggetto è ancora in corso.

Un passo in più verso la soluzione del mistero delle esolune ci viene fornito da un nuovo studio, pubblicato su Astrophysical Journal Letters, condotto dai ricercatori dell’università di Zurigo.

Il team di ricerca ha iniziato lo studio focalizzandosi sui pianeti Urano e Nettuno, giganti di ghiaccio con una massa 20 volte quella terrestre, ma molto inferiore quella di Giove e Saturno. Urano ha un sistema con cinque lune principali. Nettuno ha solo un satellite naturale, Tritone, che si pensa non si sia formato nei pressi del pianeta ma che sia piuttosto un oggetto proveniente dalla Fascia di Kuiper  catturato gravitazionalmente da Nettuno.

Nonostante questi due pianeti siano molto simili, hanno sistemi completamente diversi. Le lune di Urano assomigliano più a quelle appartenenti ai sistemi di Saturno e Giove, che si pensa abbiano avuto origine da un disco gassoso attorno ai pianeti alla fine della loro formazione. «Finora si è creduto che Urano, così come Nettuno, fosse troppo leggero per formare un disco di gas come è avvenuto per Saturno e Giove», afferma l’astrofisico Judit Szulágyi dell’Università di Zurigo. «Pertanto, si credeva che le lune di Urano si fossero formate dopo una collisione cosmica, come la nostra stessa Luna. Ora, siamo stati in grado di confutare questa idea». 

Attraverso simulazioni al computer i ricercatori hanno rivelato che Urano e Nettuno hanno creato il proprio disco di polvere di gas mentre si stavano ancora formando. «Se giganti di ghiaccio possono formare i loro satelliti naturali, significa che la popolazione delle lune nell’Universo è molto più abbondante di quanto si pensasse, dato che nel cosmo la categoria di pianeti ghiacciati è molto comune». riassume Dr.Szulágyi. «Possiamo quindi aspettarci molte altre scoperte di esolune nel prossimo decennio»,  conclude l’astrofisico.

Questo risultato è significativo anche nell’ottica della ricerca mondi abitabili. Nel nostro Sistema Solare, i due obiettivi principali per la ricerca della vita extraterrestre sono le gelide lune di Giove e Saturno: Europa ed Encelado. Gli scienziati pensano che entrambi i satelliti ospitino  oceani di acqua liquida al di sotto della loro spessa crosta di ghiaccio. «Gli oceani sotto la superficie sono posti ovvi in ​​cui la vita come noi la conosciamo potrebbe potenzialmente svilupparsi», dice Judit Szulágyi: «Quindi una popolazione molto più grande di lune ghiacciate nell’Universo implica un maggior numero di mondi potenzialmente abitabili, molti di più di quanto si era immaginato finora. Saranno quindi degli obiettivi eccellenti per cercare la vita al di fuori del Sistema Solare».