Il commento del presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana a valle dell’Intermediate Ministerial Meeting, l’incontro tra i ministri europei di competenza alle attività spaziali, organizzato il 25 ottobre a Madrid in vista del Consiglio Ministeriale dell’Esa previsto nel 2019. L’Italia, in particolare, è stata protagonista della firma di due accordi, uno sullo sfruttamento dei nuovi lanciatori europei Ariane 6 e Vega C per lanci istituzionali, l’altro riguardante il progetto del telescopio Fly-Eye, il nuovo cacciatore di asteroidi e comete vicini alla Terra e di detriti spaziali

Si è tenuta  il 25 ottobre a Madrid il Consiglio Ministeriale Intermedio dell’Esa in previsione di quella prevista per la fine del 2019.

Il Consiglio Ministeriale  ha approvato all’unanimità due risoluzioni  che riguardano lo  sviluppo futuro dell’ ESA, in particolare  dando mandato al suo direttore generale, Jan Woerner, di definire l’accordo con la Commissione Europea non appena il regolamento che definirà ruoli e competenze dell’Unione sarà pronto.

Woerner ha fatto il punto sulla preparazione del prossimo Consiglio  Ministeriale che si terrà nel 2019 a Madrid. Il Consiglio Ministeriale Intermedio ha visto di risultati importanti per  l’Italia e ha visto ASI firmare  due accordi. Il primo  tra Italia, Francia, Germania, Svizzera, Spagna e la stessa Esa riguarda l’intenzione di utilizzare i lanciatori di nuova generazione, Vega C e Ariane6,  per mettere in orbita i carichi istituzionali dei paesi europei. “E’ stato un confronto proficuo per lo spazio europeo che consolida l’importanza del settore per l’Italia”, ha commentato il capo della delegazione italiana alla Ministeriale Stefano Gualandris, Consigliere del sottosegretario Giorgetti coordinatore del  Comitato Interministeriale per le Politiche Spaziali, accompagnato dal Presidente dell’  ASI Roberto Battiston e dal nuovo Capo Dipartimento del MIUR per la Ricerca  Giuseppe Valditara. “Lo spazio – ha proseguito Gualandris – è un settore molto importante per l’Italia, che conta su una validissima industria nazionale: con i nostri lanciatori Vega sono stati portati in orbita molti satelliti, utilizzati non solo per attività scientifiche, ma per progetti che hanno un impatto sulla nostra quotidianità”. L’ accordo sull’utilizzo dei  lanciatori europei per i carichi istituzionali “è un’iniziativa di estrema rilevanza politica– ha sottolineato il presidente dell’ASI, Roberto Battiston – che mostra l’unità di intenzione dei  paesi firmatari, a cui si aggiunge  la Commissione Europea che da sola acquisterà più di 20 lanci nel prossimo FFP 2020-27.È un messaggio molto forte nei confronti degli altri paesi che si contendono il mercato mondiale dei servizi di  accesso  allo spazio, in particolare degli Stati Uniti  dove vige il  Buy American Act che obbliga le istituzioni americane a comperare sul mercato americano con una conseguente  distorsione del mercato stesso. L’accordo firmato oggi  è la testimonianza dell’ importanza dell’industria e del mercato europeo  dei lanciatori e di quanto sia grande lo sforzo dell’ ESA e dei suoi paesi membri per sviluppare e sostenere il settore».

Al margine della firma dell’ accordo,  la Spagna ha annunciato ufficialmente l’acquisto del servizio di  lancio del  VegaC per mettere in orbita il satellite spagnolo Ingenio. Si tratta di una ulteriore dimostrazione della competitività tecnologica e commerciale del lanciatore Vega.

Il secondo accordo firmato tra ASI ed Esa riguarda l’istallazione sul Monte Mufara del Fly-Eye Telescope, il primo nel genere, destinato al monitoraggio del cielo alla ricerca di nuovi asteroidi, per poterne valutare il potenziale livello di pericolosità per la Terra. «Il problema degli asteroidi, della loro identificazione e tracciamento è molto importante – sottolinea il presidente dell’Asi – Questo strumento brevettato in Italia e costruito dall’industria nazionale come capofila di una filiera  internazionale, sarà dapprima installato a Matera (centro di Geodesia Spaziale dell’ASI ndr) per la sua calibrazione e poi sul monte Mufara nel Parco delle Madonie in Sicilia. Questo strumento avanzatissimo – conclude Battiston – doterà  l’Italia una capacità unica a livello europeo per la  tracciatura e l’ identificazione  di asteroidi potenzialmentepericolosi per il nostro pianeta».