Il mese di giugno del 2022 verrà ricordato per le ondate di calore estremo che hanno soffocato intere regioni dell’Europa, degli Stati Uniti e dell’Asia, con temperature dell’aria superiori di oltre 10°C rispetto alla media del periodo dell’anno. Nulla di eccezionale, purtroppo, bensì un rimando concreto di come tali fenomeni siano destinati ad aumentare in frequenza, intensità e durata a causa del cambiamento climatico indotto dall’uomo.

Lo strumento Ecostress del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) di Nasa ha rilevato dalla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) le isole di calore urbano intrappolate in diverse grandi città del Mondo, specialmente nei quartieri più densi e cementificati dove il caldo si disperde molto più lentamente.

Strumento utile per fornire informazioni geospaziali per mitigare gli effetti delle ondate di calore, Ecostress viene ora utilizzato da Esa per sviluppare un nuovo satellite Copernicus Sentinel: la missione Land Surface Temperature Monitoring (Lstm). Questa fornirà misurazioni sistematiche della temperatura della superficie terrestre, e la sua futura performance viene ora simulata proprio tramite lo strumento Nasa, attivo sulla Iss dal febbraio 2018.

Le immagini di Ecostress, infatti, offrono lo stesso livello di dettaglio che sarà raggiunto dalla nuova missione Copernicus Lstm: una risoluzione spaziale 400 volte maggiore rispetto, ad esempio, alle capacità della missione Copernicus Sentinel-3 di Esa. Un’enorme differenza apprezzabile confrontando la vista su gran parte dell’Europa scattata dalla missione Copernicus Sentinel-3 il 18 giugno (visibile qui a sinistra) e le recenti immagini a campo stretto di Ecostress (visibili in evidenza e qui sotto).

Mentre per diversi giorni consecutivi a metà giugno molte città europee hanno sopportato temperature dell’aria superiori ai 40°C, Ecostress ha rilevato questo fenomeno, identificando i punti più caldi e le regioni più vulnerabili in base alle temperature al suolo, ossia il calore che si percepisce al tatto sulla superficie terrestre.

Osservando le immagini delle città di Milano (in evidenza), Parigi e Praga (qui sotto), scattate il 18 giugno nel primo pomeriggio, appare evidente quanto fosse calda la superficie nelle zone urbane più edificate, ma anche l’effetto di raffreddamento dei parchi, della vegetazione e dell’acqua. Le isole di calore urbane si verificano, infatti, quando la copertura naturale del suolo, come la vegetazione, viene sostituita da dense concentrazioni di superfici impermeabili che assorbono e trattengono il calore.

«Lo strumento si sta rivelando estremamente prezioso per aiutarci a sviluppare e preparare la missione europea LSTM, che offrirà dati sulla temperatura della superficie terrestre a una risoluzione simile, di 50 m», afferma Benjamin Koetz dell’Esa.


Immagine in evidenza: le temperature al suolo nella città di Milano rilevate da Ecostress il 18 giugno 2022. Qui sopra le temperature al suolo nelle città di Parigi e Praga rilevate da Ecostress il 18 giugno 2022.

Crediti: Nasa/JPL-Caltech