Sono piccoli corpi celesti situati in aree dello spazio (punti di Lagrange) in cui l’attrazione del Sole e di uno dei pianeti del suo sistema si trova in equilibrio e orbitano intorno alla nostra stella all’incirca con la stessa traiettoria del pianeta, concentrandosi in due punti stabiliti: sono questi i tratti salienti degli asteroidi troiani, al centro di un recente studio di Icarus.

Lo studio, condotto dal Seti Institute e dall’Ames Research Center della Nasa, ha analizzato a fondo questi corpi celesti per capire se una loro presenza fosse possibile in altri sistemi planetari; al momento, infatti, non sono noti esemplari di troiani al di fuori del Sistema Solare.

Gli autori della ricerca pensano che pianeti extrasolari dotati di troiani possano formarsi, ma ritengono che questi ultimi abbiano una vita transitoria. Gli esopianeti di dimensioni più ampie con orbite di breve periodo verrebbero infatti espulsi dal loro percorso a causa della forza gravitazionale esercitata dalla stella ospite; successivamente, il troiano dovrebbe entrare in collisione con l’astro o con un altro pianeta più grande.

Per arrivare a teorizzare l’influsso di tale forza, gli studiosi hanno applicato i principi delle maree che si verificano sulla Terra a modelli di sistemi planetari composti da un esopianeta gassoso e un piccolo corpo celeste roccioso che si muovono attorno ai punti di Lagrange. L’analisi suggerisce che le forza di marea della stella e quelle del pianeta gigante, lavorando insieme sul troiano, renderebbero la sua orbita instabile rompendo l’equilibrio e portandolo ad un esito fatale.

Gli scienziati ritengono che la loro indagine abbia implicazioni per l’attuale catalogo degli esopianeti conosciuti (oltre 5.000, dal 1992 a oggi): esso include principalmente i mondi vicini alle loro stelle che risultano più facili da rilevare. I troiani – affermano gli studiosi – potrebbero essere presenti ma non rilevabili con le tecniche attuali oppure potrebbero essere stati espulsi nello spazio piuttosto rapidamente rispetto all’età relativa dell’Universo e questo fatto li avrebbe resi difficili da individuare.

Questi oggetti presentano, quindi, molti interrogativi ancora aperti: gli studiosi attendono i dati della missione Lucy della Nasa, lanciata nell’ottobre 2021 e destinata proprio a studiare da vicino i troiani.

Crediti immagine: Seti Institute