Un gigante di ghiaccio le cui temperature sono scese globalmente con la sola eccezione del polo sud, dove si è registrata una significativa controtendenza: è questo il ritratto di Nettuno, l’ottavo pianeta del Sistema Solare, delineato in un nuovo studio di The Planetary Science Journal che ne ha analizzato l’andamento delle condizioni termiche nell’atmosfera (articolo: “Sub-Seasonal Variation in Neptune’s Mid-Infrared Emission”).

L’indagine, coordinata dalla Scuola di Fisica e Astronomia dell’Università di Leicester, ha preso in considerazione le temperature atmosferiche del pianeta ghiacciato in un arco di 17 anni, dal 2003 al 2020, riscontrando un andamento singolare. I dati esaminati dagli astronomi provengono da una nutrita squadra di telescopi di terra e spaziali: il Vlt dell’Eso e il Gemini Sud – ambedue in Cile – il Subaru, il Keck e il Gemini Nord – tutti situati alle Hawaii – e, dallo spazio, lo Spitzer della Nasa (in ‘pensione’ dal 30 gennaio 2020). In particolare, il gruppo di lavoro si è servito dei dati raccolti da uno strumento installato sul Vlt: lo spettrometro Visir (Vlt Imager and Spectrometer for mid-InfraRed), che, data la collocazione del telescopio, è stato in grado di produrre set di foto di Nettuno particolarmente chiare.

Sono circa 100 le immagini all’infrarosso passate al setaccio e da esse è emerso che la maggior parte del pianeta ha subito un graduale raffreddamento, nonostante sia entrato nella sua stagione estiva dal 2005. Infatti, anche su Nettuno, mentre orbita intorno al Sole, si susseguono le stagioni che hanno una durata diversa rispetto alla Terra: considerato che un anno di questo pianeta equivale a 165 anni terrestri, ogni sua stagione si protrae per circa 40 anni.

Al momento, quindi, l’estate è solo all’inizio ma curiosamente ha portato con sé ulteriore freddo: la temperatura media di Nettuno è di circa -220°C e tra il 2003 e il 2018 è scesa di altri 8°C. Questo fenomeno non ha riguardato il polo sud che ha registrato un inedito e rapido riscaldamento: nel periodo 2018-2020 il livello di calore della zona è salito di 11°C. Un rialzo del genere – sottolineano gli studiosi – non era stato mai notato, sebbene sia nota da anni la presenza di un caldo vortice polare.

Il gruppo di lavoro si è chiesto cosa possa essere all’origine di queste variazioni inaspettate e ha provato a formulare alcune ipotesi: il ‘colpevole’ potrebbe essere un cambiamento nella composizione chimica della stratosfera di Nettuno, oppure la presenza di schemi meteorologici ancora sconosciuti o addirittura l’influsso del ciclo solare.

Un chiarimento potrà giungere solo con ulteriori osservazioni, svolte con strumenti ancor più sensibili: per questo il team della ricerca confida nel telescopio Webb e nell’Elt, il nuovo telescopio dell’Eso in costruzione.

In alto: Nettuno visto dalla sonda Voyager 2 (Crediti: Nasa/Jpl-Caltech)

In basso: immagini termiche del pianeta realizzate tra il 2006 e il 2020 e utilizzate per lo studio. Le prime tre sono state prodotte dal Vlt, l’ultima dal Subaru (Crediti: Eso/M. Roman, Naoj/Subaru/Comics)