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Alla scoperta delle creste di Marte

Negli ultimi vent’anni, grazie alle numerose missioni dedicate all’osservazione di Marte, è stato possibile mappare la superfice del pianeta rosso; in questo modo, mediante le molteplici immagini acquisite attraverso le sonde, sono state rilevate vaste aree marziane contraddistinte dalla presenza di creste.

Si tratta di conformazioni rocciose che potenzialmente celano informazioni preziose circa l’origine e l’evoluzione di Marte; in particolare, come emerge da un recente studio (intitolato “Irregular polygonal ridge networks in ancient Noachian terrain on Mars” e pubblicato su Icarus) si è ipotizzato che le suddette creste sarebbero ciò che rimane di antichi corsi d’acqua (risalenti a circa 4 miliardi di anni fa) e che, probabilmente, potrebbero ancora contenere residui di acque sotterranee, o comunque altri elementi che farebbero luce sulla loro origine.

Per saperne di più sulle origini di questa fitta rete di creste che si estende in alcune aree della superfice marziana, un team scienziati (guidato da Aditya Khuller, della School of Earth and Space Exploration dell’Arizona State University, e da Laura Kerber del Jet Propulsion Laboratory della Nasa), affiancato da 14.000 volontari provenienti da tutto il mondo e coinvolti in un progetto di  citizen science della piattaforma Zooniverse, ha deciso di combinare i dati della fotocamera Themis dell’orbiter Mars Odyssey della Nasa, con quelli degli strumenti Ctx e HiRise della sonda Mars Reconnaissance Orbiter, anch’essa ‘targata’ Nasa.

Sebbene il team di ricerca sia riuscito a mappare 952 reti di creste in un’area che misura circa 1/5 della superfice totale di Marte, in particolare, si concentrerà su un’area in prossimità del cratere Jezero, dove lo scorso anno è atterrato il rover Perseverance; infatti, fa sapere la Khuller, che è sua intenzione utilizzare proprio il rover della Nasa per ottenere ulteriori informazioni che possano svelare ogni segreto nascosto nelle profondità delle creste di Marte.

Immagine in alto: Mappa delle reti di creste (punti neri) identificate nell’area di mappatura (contorno nero tratteggiato), che copre circa 1/5 della superficie totale di Marte. Il sito di atterraggio del rover Perseverance è mostrato in viola
Crediti: Nasa/Jpl/Gsfc

Giulio Chimienti: