Luci, ombre, ‘vortici’ di chiaroscuri: la superficie delle Luna appare cangiante, a causa della cosiddetta caratteristica di albedo – proprietà per cui un’area su un determinato corpo celeste mostra un contrasto di luminosità (albedo, appunto) rispetto alle aree adiacenti. Questo fenomeno è noto da tempo, e nel caso del nostro satellite si può osservare anche a occhio nudo.

Adesso un nuovo studio pubblicato su Geophysical Research Letters mette in relazione la caratteristica di albedo con la topografia dei vortici lunari.

Questi vortici, chiamati anche lunar swirls, hanno l’aspetto di nuvole luminose sulla superficie della Luna. si tratta di strutture che possono avere dimensioni notevoli: il più grande, Reiner Gamma, è lungo quasi 70 chilometri di diametro.

«È la prima volta che viene dimostrata una correlazione tra l’aspetto vorticoso della superficie lunare e la topografia dei vortici – commenta Deborah Domingue del Planetary Science Institute di Tucson, Arizona, e prima firma dello studio. – Fino ad ora si pensava che i vortici si sovrapponessero alla topografia, e che venissero creati attraverso la schermatura del vento solare da parte dei campi magnetici presenti nei vortici. Noi invece sosteniamo che ci sia più di una semplice schermatura dovuta ad agenti atmosferici spaziali».

La ‘Luna vorticosa’, secondo Domingue e colleghi, dipende dunque (anche) dalla topografia stessa dei vortici lunari. Gli scienziati hanno trovato questa correlazione utilizzando i dati raccolti dal Lunar Reconnaissance Orbiter, e in particolare dalle immagini del Mare Ingenii scattate dallo strumento Lroc. Si tratta di una formazione geologica sulla superficie lunare dove i vortici sono particolarmente visibili: qui è emersa per la prima volta la correlazione tra albedo e topografia dei vortici.

«Alla luce di questa nuova scoperta, dovremo riesaminare anche il ruolo dello spostamento della polvere sulla superficie lunare: anche questo fenomeno potrebbe essere rilevante per la formazione dei vortici», spiega Domingue.

Insomma, l’aspetto vorticoso della superficie del nostro satellite potrebbe essere molto meno apparente di quanto si pensasse in precedenza. E conoscere sempre meglio la reale topografia lunare, inclusi i suoi enigmatici swirls, è fondamentale in vista delle future missioni umane sul nostro satellite.

 

Immagine in apertura: il Mare Ingenii sulla superficie lunare. Crediti: Nasa