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Lo spettacolare “oggetto Herbig-Haro” nella Nebulosa di Orione

A circa 1.370 anni luce di distanza dalla Terra, nella Nebulosa di Orione, si può ammirare lo spettacolo di Haro 4-369 (conosciuto anche come Pach 283, oppure Hh 34), un cosiddetto “oggetto Herbig-Haro”.

Gli oggetti Herbig-Haro si manifestano nel corso delle primissime fasi di formazioni di una stella; in breve, consistono in collisioni tra gas ionizzato (espulso a velocità supersonica dalla giovane stella sotto forma di plasma) con le dense nubi di gas e di polveri in prossimità della stella in formazione. Dal suddetto scontro, le onde d’urto che ne scaturiscono “eccitano” gli atomi dei gas. Conseguentemente a questo shock termico, questi atomi si illuminano grazie al fenomeno della triboluminescenza.

La triboluminescenza è una forma particolare di luminescenza che si verifica ogni volta che la materia è sottoposta a notevoli sforzi meccanici, a tal punto da emettere parte dell’energia assorbita sotto forma di onde elettromagnetiche.

È noto che la Nebulosa di Orione sia tra i siti di formazione stellare più vicino al Sistema Solare; ciò la rende una delle regioni più studiate dagli astronomi intenti a carpire i segreti che ancora si celano dietro i processi di nascita e formazione delle stelle o dei sistemi planetari.

Haro 4-369 è già stato fotografato dal telescopio Hubble tra il 1994 e il 2007, e, più recentemente, nel 2015.
La foto che proponiamo oggi è stata ottenuta dalla Wide Field Camera di Hubble, ed è il prodotto della combinazione di più osservazioni eseguite con quattro filtri diversi.

L’auspicio della comunità scientifica è che il nuovo telescopio spaziale James Webb possa, in futuro, penetrare e ottenere immagini più dettagliate delle nubi più dense che circondano le protostelle in formazione.

Crediti immagine: Nasa/Esa/Hubble/B. Nisini

Giulio Chimienti: