Grazie ai voli suborbitali di Virgin Galactic (11 luglio) e Blue Origin (20 luglio), il 2021 è stato l’anno che ha dato ufficialmente il via al turismo spaziale condotto da player privati; un mercato che, secondo alcune recenti e autorevoli stime, dal 2030 varrà circa 3 miliardi di dollari l’anno.

Nel corso della 24th Annual FAA Commercial Space Transportation Conference, tenutasi lo scorso 17 febbraio al Ronald Reagan Building and International Trade Center (Washington D.C., USA), Bob Smith (amministratore delegato di Blue Origin) ha dichiarato che la società prevede di ampliare la flotta di veicoli New Shepard, per soddisfare la sempre più crescente domanda di nuovi potenziali clienti che desiderano vivere l’esperienza dei voli suborbitali che la società offre.

Al fine di soddisfare detta esigenza, e per garantire una maggiore frequenza di lanci, Blue Origin intende anche progettare al più presto un nuovo vettore riutilizzabile.

Si attende dunque un 2022 di svolta per Blue Origin, soprattutto per far fronte ai suoi maggiori competitor che operano nel settore del turismo spaziale, in primis Virgin Galactic di Richard Branson; proprio recentemente (il 16 febbraio), Virgin Galactic, dopo aver chiuso il primo ciclo di vendite di biglietti iniziato la scorsa estate (al novembre 2021, ammontano a 100 venduti), ne avrebbe ufficialmente riaperto la vendita per i prossimi voli dello spazioplano VSS Unity. A tal proposito, Michael Colglazier (amministratore delegato di Virgin Galactic) il 15 febbraio ha dichiarato che, entro la fine del 2022, la società intende raggiungere 1.000 clienti, prima di dare il via ai nuovi voli del VVS Unity.

Ancora non si comprende a quanto ammonterà il prezzo dei futuri biglietti per accedere ai voli di Blue Origin, poiché la sua determinazione sembrerebbe avvenire in maniera differente rispetto a Virgin Galactic; infatti, se Virgin Galactic ha fissato un prezzo (450.000 dollari a biglietto), Blue Origin attualmente gode dell’esperienza del biglietto messo all’asta per un posto sul primo volo del New Shepard: l’offerta, vinta dall’imprenditore cinese Justin Lin, si è chiusa a 28 milioni di dollari.

Il precedente dell’asta avrebbe dunque consentito a Blue Origin non soltanto di ottenere un vero e proprio identikit di un suo potenziale cliente tipo ma, soprattutto, quanto questo sarebbe disposto a spendere.

Immagine in alto: lancio del New Shepard
Crediti Immagine: Blue Origin