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Una radiogalassia da record

Un oggetto celeste così grande da fargli meritare il nome di Alcione, gigante della mitologia greca: è la radiogalassia individuata inaspettatamente da un gruppo di studiosi, mentre erano intenti a riprocessare un set di immagini realizzate dal radiotelescopio Lofar.

Questo ‘peso massimo’ spaziale, che ha un’estensione di almeno 16 milioni di anni luce, è al centro di uno studio di prossima pubblicazione su Astronomy & Astrophysics (articolo: “The discovery of a radio galaxy of at least 5 Mpc”, disponibile in anteprima sulla piattaforma arxiv.org). La ricerca, svolta da un team internazionale, è stata coordinata dall’osservatorio astronomico dell’Università di Leida e si è basata appunto sui dati di Lofar (Low Frequency Array), radiotelescopio europeo situato nei Paesi Bassi e costituito da una rete di 51 antenne omnidirezionali.

La radiogalassia in questione è la più vasta tra quelle sinora conosciute e presenta anche una coppia di pennacchi di plasma, anch’essa extralarge: si tratta della più grande struttura mai creata da una galassia. Secondo gli autori del saggio, la scoperta aggiunge nuovi tasselli nello studio dell’evoluzione delle radiogalassie.

Nel cuore di molte galassie si nasconde un buco nero supermassiccio che fa sentire la sua presenza, rallentando la nascita di nuove stelle e influenzando complessivamente il ciclo di vita dell’entità che lo ospita. In alcuni casi, il buco nero può dare luogo a due getti che spazzano via il materiale destinato alla formazione stellare, spingendolo nello spazio a velocità simili a quella della luce. Durante queste violente manifestazioni, le polveri si riscaldano al punto da dissolversi nel plasma e scintillare nella luce radio: proprio quella che viene colta da telescopi come il Lofar.

I pennacchi di Alcione, che si trova a tre miliardi di anni luce di distanza dalla Terra, oltre ad avere dimensioni record suggeriscono che la sfera di influenza di certe galassie superi largamente il loro ambiente circostante. Inoltre, tali getti possono svelare preziosi dettagli sui filamenti della cosiddetta ‘Rete Cosmica’ (Cosmic Web): si tratta della struttura del nostro Universo, somigliante a un network di fili e nodi che gli astronomi definiscono, rispettivamente, filamenti e ammassi. Ad esempio, le galassie situate in questi due contesti sono chiaramente visibili, ma solo negli ammassi è stato possibile individuare il mezzo che si trova tra le galassie stesse. Gli studiosi si sono chiesti se la scoperta di Alcione possa rivelare qualche particolare sui filamenti, dato che ne ospita uno: infatti, secondo teorie precedentemente formulate, la forma e la pressione dei pennacchi delle radio galassie potrebbe essere correlata alle proprietà dei filamenti e, nel caso di Alcione, la connessione appare plausibile.

La radiogalassia presenta comunque numerosi aspetti poco chiari che il gruppo di lavoro intende approfondire; uno di essi, ad esempio, è costituito dalle sue dimensioni record per le quali sono state proposte varie ipotesi, che spaziano dall’entità della massa del buco nero alla presenza di una popolazione stellare particolarmente numerosa.

In alto: la radiogalassia Alcione (Crediti: Martijn Oei et al., arxiv.org) 

Valeria Guarnieri: Nata in tempo utile per vivere sin dall'inizio il fenomeno Star Wars, lavora in ASI dal 2000 e dal 2011 si occupa di comunicazione web presso l'Unità Multimedia dell'ente. Dedica la maggior parte del tempo libero alla montagna, suo grande amore.