MONDI OCEANICI/Le acque delle Hawaii al centro del progetto Subsea della NASA, che utilizza l’oceano terrestre come analogo di quelli sotterranei delle lune ghiacciate di Saturno e Giove

Valeria Guarnieri31 maggio 2018

Esplorazione oceanica e spaziale in tandem a oltre 900 metri di profondità nell’Oceano Pacifico, con lo scopo di esaminare criticità ed individuare nuove tecnologie per future missioni di esplorazione planetaria in cerca di forme di vita: è questo il fulcro del progetto Subsea (Systematic Underwater Biogeochemical Science and Exploration Analog) della Nasa. Il progetto, coordinato dall’Ames Research Center della Nasa, coinvolge anche altre istituzioni scientifiche e accademiche, come la Noaa (National Oceanic and Atmospheric Administration) e l’Ocean Exploration Trust. Teatro delle operazioni sarà l’isola di Hawaii, nota anche come Big Island, la maggiore e la più orientale dell’arcipelago. A circa 35 chilometri al largo della costa sudorientale dell’isola, si trova il vulcano sottomarino Lo’ihi, che rientra nella categoria dei seamounts, vale a dire rilievi subacquei che si ergono dal fondale oceanico senza raggiungere la superficie del mare.

Lo’ihi, individuato per la prima volta nel 1940 dalla US Coast and Geodetic Survey, e i suoi dintorni sono ritenuti dalla comunità scientifica un ambiente analogo degli oceani sub-superficiali e delle attività idrotermali che caratterizzano i mondi ghiacciati del Sistema Solare, come Encelado ed Europa, rispettivamente lune di Saturno e di Giove. Quando Encelado si è guadagnato gli onori della cronaca per i suoi pennacchi di vapore acqueo, gli scienziati hanno associato le caratteristiche del fenomeno (temperatura, pressione e composizione) a quanto si verifica sotto il livello del mare con i vulcani sottomarini.  Le due lune in questione, secondo gli studiosi, sono luoghi che sarebbero in grado di accogliere forme di vita; l’interazione dell’acqua con le rocce dei fondali oceanici, infatti, potrebbe dare luogo a reazioni chimiche che a loro volta renderebbero possibile il metabolismo microbico.

Il vulcano Lo’ihi è ritenuto quindi un’ottima ‘palestra’ per studiare i sistemi idrotermali connessi ai fondali marini e le loro potenzialità di ospitare la vita: Lo’ihi, infatti, si trova in una zona vulcanica dove il magma fuoriesce dal ‘cuore’ di una placca tettonica, una condizione che potrebbe essere presente su Encelado ed Europa. La prima campagna di Subsea è in programma per agosto 2018 e si centrerà sulla caratterizzazione della geologia, delle emissioni idrotermali e delle forme di vita microbica associate all’ambiente di Lo’ihi. Le attività di ricerca si svolgeranno a bordo della nave Nautilus, equipaggiata con due veicoli robotici concepiti per operazioni sottomarine e gestiti da remoto, Argus ed Hercules.