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Eta Carinae in 3D

Un trio di osservatori – Hubble, Chandra e Spitzer – mostra le strutture tridimensionali che circondano Eta Carinae, una delle stelle più massicce ed eruttive della nostra galassia. Eta Carinae è famosa per un evento brillante e insolito chiamato “Grande Eruzione“, osservato negli anni ’40 dell’Ottocento. Questo l’ha resa, per lasso di tempo breve, una delle stelle più luminose del cielo notturno. Si stima che l’astro abbia rilasciato nel corso dell’evento quasi la stessa quantità di luce visibile di un’esplosione di supernova.

La stella è sopravvissuta al fenomeno ed è svanita per i successivi cinque decenni. La causa principale di questo cambiamento di luminosità è una piccola nebulosa di gas e polvere, chiamata Homunculus Nebula, che è stata espulsa durante l’esplosione e ha bloccato la luce della stella. Le osservazioni effettuate con il telescopio spaziale Hubble (Nasa/Esa) e l’osservatorio Chandra (Nasa) rivelano i dettagli della nebulosa nella luce visibile, ultravioletta e a raggi X. Gli astronomi dello Space Telescope Science Institute di Baltimora hanno sviluppato modelli tridimensionali per rappresentare la forma a clessidra dell’Homunculus e le nubi di gas incandescente che la circondano. Il risultato è uno straordinario tour delle emissioni nidificate con immagini in 3D.

Eta Carinae è estremamente luminosa alle lunghezze d’onda dell’infrarosso e la sua radiazione colpisce l’omonima nebulosa dove ‘risiede’. Grazie alle osservazioni dello Spitzer Space Telescope della Nasa, il team è stato in grado di collocare Eta Carinae nel contesto dell’abbagliante vista nell’infrarosso della regione di formazione stellare. Eta Carinae è una delle stelle più massicce conosciute: questi oggetti eccezionali sono soggetti a esplosioni nel corso del tempo. Solitamente terminano la loro vita collassando in un buco nero, probabilmente accompagnati dall’esplosione di una supernova. Eta Carinae è uno degli esempi più vicini e meglio studiati che ci permettono di conoscere la vita e la morte delle stelle massicce.

(Crediti immagine: Ray Villard, Space Telescope Science Institute, Baltimore, Maryland) 

Fulvia Croci: Giornalista