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Ottica adattiva per Gemini, un occhio perfetto nello spazio

Queste immagini, definite e cristalline, non sono prodotte da telescopi spaziali, che oltre l’atmosfera terrestre sono immuni dalla turbolenza atmosferica che ne altera la qualità, ma è il risultato di un’ottica adattiva annessa al telescopio Gemini South in Cile.

L’osservatorio è situato sulle Ande, a 2700 metri di altitudine, ma nonostante l’aria secca e la copertura nuvolosa trascurabile, risente della turbolenza atmosferica e le immagini delle stelle risultano offuscate. Ma ora, col Gemini South Adaptive Optics Imager (Gsaoi) e il Gemini Multi-Conjugate Adaptive Optics System (Gems) gli astronomi possono monitorare lo scintillio delle stelle guida naturali e artificiali fino a 800 volte al secondo, determinare la turbolenza atmosferica e regolare la forma degli specchi, annullando le alterazioni causate dalla turbolenza.

I sistemi di ottica adattiva sui telescopi fanno spesso uso di stelle guida naturali: stelle luminose che si trovano vicino al bersaglio di un’osservazione astronomica. La loro luminosità rende facile misurare come la turbolenza atmosferica stia distorcendo il loro aspetto. Gemini South utilizza anche stelle guida artificiali generate da potenti laser nell’atmosfera superiore.

Gli scienziati dell’osservatorio cileno hanno pubblicato su Astronomy and Astrophysics il risultato delle osservazioni attraverso Gsaoi e Gems, dopo aver puntato il telescopio su MHO 2147 e MHO 1502, getti di gas all’interno di due zone di formazione stellare. Queste aree dello spazio sono complicate da esplorare proprio a causa del gas che blocca la luce visibile attorno le stelle neonate. Le formazioni sono comunque trasparenti per gli strumenti di Gemini che catturano le lunghezze d’onda nell’infrarosso.

I giovani getti stellari sono un sottoprodotto della formazione stellare: due flussi di gas ionizzato in direzioni opposte generati dall’interazione tra i campi magnetici delle giovani stelle rotanti e i dischi di gas che le circondano.

MHO 2147, si trova a circa 10.000 anni luce dalla Terra, vicino al confine tra le costellazioni del Sagittario e dell’Ofiuco. MHO 1502 si trova nella costellazione di Vela, a circa 2000 anni luce di distanza.

La particolarità di queste immagini è che descrivono le diverse configurazioni dei getti stellari: generalmente dritti, ma anche ricurvi o annodati. Gli scienziati ritengono che la loro forma sia correlata a una particolare caratteristica della stella che li ha creati, che nel caso di MHO 2147 e MHO 1502, sono oscurate alla vista.

I getti bipolari di MHO 2147 sono stati prodotti dall’emissione continua dalla sua sorgente centrale, e il cambio di direzione del getto, riprodotto nella parte superiore dell’immagine, potrebbe essere dovuto all’influenza gravitazionale delle stelle vicine che agiscono sulla quella centrale. Il getto bipolare di MHO 1502, invece, è composto da una catena di nodi: la sua sorgente, probabilmente due stelle, ha emesso materiale a intermittenza.

Il telescopio dell’emisfero sud, fa coppia col gemello Gemini North alle Hawaii, che sorge su un vulcano spento a un’altitudine di 4.200 metri. Entrambi i telescopi ottici e infrarossi da 8,1 metri posizionati su due dei migliori siti di osservazione del pianeta, costituiscono l’Osservatorio Gemini, un programma internazionale della National Optical-Infrared Astronomy Research Laboratory (NoirLab) della National Science Foundation.

 

Immagine in apertura: MHO 2147 e MHO 1502 – Crediti: International Gemini Observatory/NOIRLab/NSF/AUR

Barbara Ranghelli: Giornalista