Un dispositivo laser che invia e riceve dati dallo spazio come non era mai avvenuto, è il nuovo prodotto in un anno d’intensa attività per l’innovazione del settore spaziale.

Si tratta del Laser Communications Relay Demonstration (Lcrd) e utilizza la comunicazione ottica in sostituzione delle onde radio. Sviluppato in dieci anni, nei laboratori del Goddard Space Flight Center della Nasa, il nuovo trasmettitore è grande quanto un «materasso a due piazze» e invia dati cento volte più velocemente rispetto ai mezzi tradizionali. Piccolo, leggero e a basso consumo, garantisce più spazio per gli strumenti scientifici, un risparmio sul lancio e sulle batterie del veicolo spaziale ospitante.

A bordo dello Space Test Program Satellite 6 (STPSat-6) del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, il lancio è avvenuto da Cape Canaveral in Florida su un razzo Atlas.

Raggiunta un’orbita geosincrona a circa 35mila chilometri dalla Terra, gli ingegneri inizieranno un collaudo che durerà circa due anni, in attesa della prima vera missione con la Stazione Spaziale Internazionale. Dal centro operativo del Nuovo Messico, verranno trasmessi segnali in radiofrequenza ai quali il modulo Lcrd risponderà tramite segnali ottici. Un inconveniente della comunicazione laser, a differenza della radiofrequenza, è la dipendenza dalle condizioni meteorologiche. Le nuvole infatti, impediscono il transito del segnale ottico. Per questa ragione, a raccogliere i dati di Lcrd sulla Terra, sono state selezionate due stazioni con una nuvolosità generalmente ridotta, Table Mountain in California e Haleakalā alle Hawaii.

Con la missione Illuma-T (Integrated LCRD Low-Earth Orbit User Modem and Amplifier Terminal) che dovrebbe raggiungere la Iss entro il 2022, il dispositivo Lcrd riceverà i dati scientifici degli strumenti e delle ricerche effettuate a bordo del laboratorio orbitante e li invierà sulla Terra a una velocità di 1,2 gigabit al secondo. Il primo esperimento con un modulo ottico, lanciato nel 2013 per la missione Lunar Atmosphere and Dust Environment Explorer (Ladee) della Nasa, permise di scaricare dati dalla Luna alla velocità di 622 megabit al secondo.

Quest’anno anche l’Esa ha lanciato un terminale per le comunicazioni ottiche all’interno di due nanosatelliti CubeSat. Si chiama LaserCube ed è stato ideato dall’ingegnere Alessandro Francesconi nell’ambito del programma Artes con il supporto dell’Agenzia Spaziale Italiana.