Le otto macchie di colore di questa immagine rappresentano otto stelle di tipo diverso che vengono inglobate da un mostruoso buco nero. Si tratta di un banchetto virtuale, messo in scena da un team di astronomi guidato da Taeho Ryu del Max Planck Institute for Astrophysics di Garching, in Germania. Grazie alla collaborazione con il Goddard Space Flight Center della Nasa, lo scienziato ha realizzato una serie di modelli simulativi per comprendere meglio i drammatici processi cosmici che portano un buco nero supermassiccio a inglobare completamente una stella. Ma non per tutti gli astri l’incontro con questi divoratori cosmici è letale, e questo si vede molto bene nel video in basso.

Le otto stelle del modello simulativo si avvicinano a un buco nero 1 milione di volte la massa del Sole: tutte vengono stirate e deformate dalla gravità dell’oggetto, ma solo alcune vengono completamente separate in un lungo flusso di gas. Altre stelle invece riescono a conservare parte della loro massa, e tornano della loro forma più o meno originaria dopo il terribile incontro con il buco nero.

Da cosa dipende questa sopravvivenza? La risposta più ovvia è dalla massa: le stelle più massicce hanno maggiori possibilità di sopravvivere. Ma lo studio di Ryu e colleghi mostrano che esiste anche un’altra caratteristica determinante in questi drammatici processi: la densità. Le stelle con densità interna più elevata sono quelle che escono più indenni dall’incontro con il buco nero. Simulazioni come questa aiutano a comprendere meglio gli eventi cosmici catastrofici che avvengono nelle galassie a milioni di anni luce di distanza.

Crediti: Goddard Space Flight Center Nasa/Taeho Ryu Mpa