X

Primo obiettivo di Webb: i pianeti sub-nettuniani

James Webb non è ancora partito, ma gli scienziati già pregustano i suoi frutti.

Il primo anno di lavoro, per quello che è stato definito il telescopio spaziale della prossima generazione, prevede l’esplorazione di due pianeti sub-nettuniani: GJ 1214 b, un esemplare tipico e TOI-421 b, una scoperta più recente.

Il telescopio spaziale, il cui lancio è previsto tra un mese esatto, mira già al suo obiettivo: chiarire il mistero dei pianeti sub-nettuniani. Qual è la natura di questi esopianeti così comuni nell’universo, ma assenti dal nostro Sistema solare? Questi corpi celesti hanno una dimensione media simile ai nostri pianeti, tuttavia la loro orbita è molto vicina alla propria stella, per questo sono spesso definiti sub-nettuniani caldi. Ma che siano sfere rocciose simili alla Terra o giganti gassosi come Giove o di ghiaccio come Nettuno, ancora non è dato saperlo. Il metodo di ricerca per scoprire la loro composizione è studiarne l’atmosfera. Questa tecnica, che ha avuto successo per molti esopianeti, non ha dato esiti per la maggior parte dei sub-nettuniani. L’atmosfera di questi ultimi, è infatti composta in buona parte da aerosol, minuscole particelle che danno luogo a nuvole o foschia. La luce emessa dall’oggetto si diffonde in modo tale che gli spettrometri, in grado di determinare la composizione dei gas, rilevino frequenze senza picchi, ma con sottili ondulazioni che ne compromettono l’indagine.

Eliza Kempton dell’Università del Maryland, specializzata in modellazione teorica delle atmosfere degli esopianeti e Jacob Bean, astronomo dell’Università di Chicago, condurranno la prima missione di Webb, puntando sulla sua strumentazione d’avanguardia: osservazioni nel medio e vicino infrarosso e uno scudo termico per mantenere una temperatura stabile, permetteranno al telescopio di osservare le stelle madri e i corpi che orbitano vicino ad esse. Il rilevamento di molecole di acqua, metano o ammoniaca e della temperatura fornirà informazioni sulla composizione dell’atmosfera dei due esemplari sub-nettuniani.

James Webb, il successore di Hubble frutto di una collaborazione internazionale tra l’agenzia spaziale americana (Nasa), europea (Esa) e canadese (Csa), ha uno specchio di 6,5 metri, il più grande mai lanciato nello spazio.

 

Immagine in apertura: TOI-421 b, sub-nettuniano caldo (illustrazione)

Immagine nel testo: GJ 1214 b, sub-nettuniano (illustrazione)

Crediti: Nasa, Esa, Csa, D. Player (STScI)

 

Barbara Ranghelli: Giornalista