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Quale futuro per il Sole? La risposta in un sistema appena scoperto

Quale sarà il destino del Sistema Solare quando il Sole, alla fine del suo ciclo vitale, si spegnerà? Sebbene questo evento non debba verificarsi prima di cinque miliardi di anni, una risposta possibile arriva dagli astronomi che hanno scoperto il primo sistema planetario che risulti ufficialmente simile al nostro e che si trova al centro della Via Lattea.

Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, descrive un ambiente in cui un pianeta simile a Giove orbita attorno a una nana bianca, ovvero ciò che diventa un astro come il nostro quando muore.

«Questo conferma che i pianeti che orbitano a una distanza sufficientemente grande possono continuare a esistere dopo la morte della loro stella», afferma Joshua Blackman, ricercatore presso l’Università della Tasmania in Australia e autore principale dello studio. «Dato che è analogo al nostro, questo sistema suggerisce che Giove e Saturno potrebbero sopravvivere alla fase di gigante rossa del Sole, quando questo esaurirà il combustibile nucleare, per poi autodistruggersi».

«Il futuro della Terra potrebbe non essere così roseo perché è molto più vicino al Sole», afferma il coautore David Bennett, ricercatore presso il Goddard Space Flight Center della Nasa. «Se l’umanità volesse trasferirsi su una luna di Giove o Saturno prima che il Sole bruci la Terra durante la sua fase di supergigante rossa, rimarremmo comunque in orbita attorno ad esso, ma in quanto nana bianca non potremmo più fare affidamento sul suo calore».

Gli astronomi hanno scoperto il pianeta utilizzando una tecnica chiamata microlente gravitazionale, un fenomeno che si verifica quando una stella vicina alla Terra si allinea momentaneamente con una più lontana. La gravità dell’astro in primo piano agisce come una lente e amplifica la luce di quello sullo sfondo.

Le immagini ad alta risoluzione, ottenute con il Near-Infrared Camera di seconda generazione (Nirc2) dell’Osservatorio W. M. Keck alle Hawaii, rivelano che la nana bianca appena scoperta è circa il 60% della massa del Sole e il suo esopianeta sopravvissuto è un gigante gassoso che è circa il 40% più massiccio di Giove.

Quando il gruppo di ricerca ha cercato di identificare la stella ospite del pianeta, ha scoperto inaspettatamente che non era abbastanza brillante per essere una normale stella della sequenza principale. «Siamo stati anche in grado di escludere la possibilità che si trattasse di una stella di neutroni o di un buco nero ospite. – ha spiegato il coautore Jean-Philippe Beaulieu, professore presso l’Università della Tasmania e direttore del Centro Nazionale di Ricerche Scientifiche di Parigi – Ciò significa che il pianeta è in orbita attorno a una stella morta, una nana bianca».

Il gruppo di ricerca prevede di includere le loro scoperte in uno studio statistico per scoprire quante altre nane bianche abbiano sistemi planetari ancora intatti.

Immagine in apertura: illustrazione del pianeta che orbita attorno a una nana bianca. Crediti: W. M. Keck Observatory/Adam Makarenko

Immagine nel testo: illustrazione della futura orbita di Giove attorno al Sole ridotto a nana bianca. Crediti: W. M. Keck Observatory/Adam Makarenko

Barbara Ranghelli: Giornalista