La Terra è in continuo movimento attorno al Sole. In questa perenne crociera cosmica, è come se il nostro pianeta navigasse a bordo di uno scafo protettivo di sua costruzione: la magnetosfera. Una bolla magnetica che circonda il nostro pianeta e protegge la superficie terrestre dal vento solare.

Quando questo flusso di particelle cariche sprigionate dal Sole impatta la bolla magnetica della Terra, si generano le onde magnetosferiche, fluttuazioni cariche di energia che corrono lungo i confini della magnetosfera. Se il vento solare è estremo, il flusso di energia e particelle supera la bolla e raggiunge la parte superiore dell’atmosfera terrestre, creando ai poli terrestri l’affascinante visione dell’aurora boreale e australe

Utilizzando le osservazioni di Themis, missione con cui la Nasa indaga questi spettacolari fenomeni, un team di ricercatori ha studiato come le onde magnetosferiche di superficie rispondono a forti raffiche di vento solare. Mentre si aspettavano che le onde corressero lungo la magnetosfera nella direzione del vento solare hanno scoperto qualcosa di inaspettato: con forti venti solari le onde non corrono solo avanti e indietro tra i poli magnetici della Terra, ma viaggiano anche in direzione opposta al vento solare

Attraverso alcuni modelli, i ricercatori hanno inoltre mostrato come l’energia del vento e quella delle onde che gli rimbalzano contro potrebbero annullarsi a vicenda, creando così onde magnetosferiche stazionarie. Queste sarebbero in grado di permanere più a lungo sulla bolla della magnetosfera, risultando in grado di influenzare per più tempo le particelle nello spazio vicino alla Terra.

In un lavoro precedente, i ricercatori avevano mostrato come le onde magnetosferiche di superficie siano in grado di far vibrare il bordo della magnetosfera come un tamburo, facendoci sentire i diversi suoni in base al mutar del vento solare. 

Ora, i ricercatori hanno ricostruito il suono anche delle onde stazionarie, risultato debole ma molto più lungo del suono delle onde che corrono insieme al vento solare. 

Questa ricerca e la sua musica aiuteranno gli scienziati a capire come simili onde stazionarie possano verificarsi altrove nell’universo. 

Crediti immagine in evidenza: Martin Archer/Emmanuel Masongsong/NASA