Dieci anni fa andava in scena il tramonto dell’era Shuttle, programma di esplorazione spaziale inaugurato nel 1972 e concluso con l’ultima missione STS-135.

L’8 luglio 2011 il vettore Space Shuttle Atlantis eseguiva il lift off dal Kennedy Space Center della NASA in Florida, per poi atterrarvi 13 giorni dopo sulla pista numero 15 per l’ultimo rientro di uno Space Shuttle. L’equipaggio di 4 astronauti capitanati da Cristopher Ferguson trasportava rifornimenti ed equipaggiamenti per la Stazione Spaziale Internazionale per l’anno 2012, l’ultimo approvvigionamento effettuato da uno Shuttle.

Oltre 4000 kg di rifornimenti portati sulla ISS grazie al modulo Raffaello, uno dei tre Multi-Purpose Logistics Module, strutture pressurizzate realizzate da Thales Alenia Space per conto dell’Agenzia Spaziale Italiana e fornite alla NASA per il trasporto verso e dalla Stazione Spaziale Internazionale nella cargo bay dello Shuttle. Dei tre, Leonardo, Raffaello e Donatello, il primo, grazie a un nuovo accordo tra NASA e ASI, è stato trasformato in un modulo permanente della ISS, il Permanent Multipurpose Module. L’Italia è così l’unico paese europeo ad avere un modulo stabile facente parte della Stazione Spaziale Internazionale.

Con il rientro dello Space Shuttle Atlantis si chiude la carriera di esplorazioni spaziali dello Shuttle, iniziata concretamente col primo lancio del 12 aprile 1981 del vettore Columbia per la missione STS-1. A dieci anni dalla conclusione del programma, lo Shuttle rimane ancora un’icona dell’esplorazione umana dello spazio: la navicella spaziale più tecnologicamente avanzata realizzata dall’uomo. Così avanti da renderla fragile: è stato veicolo per astronauti, laboratorio spaziale, cargo per trasporti oltre l’atmosfera terrestre. Capace di partire come un razzo e rientrare atterrando come un aereo. Una parentesi nel futuro.