Lo scorso 28 maggio la Nasa ha reso nota la sua richiesta di budget per l’anno fiscale 2022. L’ammontare dei fondi desiderato è pari a 24,8 miliardi di dollari, che verrebbero utilizzati per supportare i programmi scientifici già esistenti e per proporne di nuovi. 

La richiesta per il 2022 è leggermente superiore a quella dell’anno in corso e prevede di destinare  7,93 miliardi per i programmi scientifici, la cifra più consistente stanziata negli ultimi decenni.

«L’amministrazione Biden sta dimostrando che la scienza è tornata – ha affermato l’amministratore della Nasa Bill Nelson – il finanziamento record nell’area scientifica aiuterà la Nasa ad affrontare la crisi climatica e a far progredire le missioni robotiche che apriranno la strada all’esplorazione umana della Luna e di Marte». 

Nel dettaglio, il programma di scienze planetarie si aggiudicherebbe un finanziamento di 3,2 miliardi, parte dei quali andrebbero a coprire il budget necessario per lo sviluppo di Mars Sample Return, la che ha l’obiettivo di riportare sulla Terra campioni di materiale da Marte. Salirebbero anche i contributi per il Near Earth Object Surveyor, un piccolo telescopio spaziale per la ricerca di asteroidi potenzialmente pericolosi.

La missione Sofia

Destino diverso per la missione Sofia che, per via degli elevati costi di gestione che si aggirano intorno agli 85 milioni di dollari l’anno, rischia la cancellazione. Secondo le valutazioni effettuate della Nasa, il James Webb Telescope, prossimo alla partenza, riuscirà a coprire gran parte delle osservazioni di Sofia. 

Il budget propone un aumento del 5% dei programmi di esplorazione, che arriverebbero a  6,88 miliardi totali. Il finanziamento andrebbe a coprire lo sviluppo dello Space Launch System e della navetta Orion.

Questa cifra include gli 1,195 miliardi destinati allo Human Landing System, che prevede lo sviluppo di lander lunari in grado di riportare gli astronauti sulla Luna nei prossimi anni. La procedura di aggiudicazione è stata bloccata lo scorso 16 aprile, dopo le proteste di Blue Origin e Dynetics che hanno perso l’appalto, vinto da SpaceX. 

Secondo quanto si legge nella proposta di bilancio, la Nasa punta ancora al 2024 come data di ritorno dell’uomo sulla Luna, anche se il numero uno dell’ente spaziale americano è cauto su questo fronte «So che l’obiettivo è il 2024 – ha concluso Nelson – ma dobbiamo essere realisti e aspettarci dei rallentamenti».