Nella sua danza attorno al Sole, il pianeta rosso non si muove in modo perfettamente omogeneo. È quanto ha scoperto un team di ricerca guidato dal Jpl della Nasa, che combinando i dati raccolti da diverse sonde ha individuato per la prima volta la cosiddetta oscillazione di Chandler su Marte.

Si tratta di un fenomeno per cui i poli si allontanano leggermente dal centro della rotazione a intervalli regolari dando appunto origine a un’oscillazione, che si verifica ciclicamente. Questo tremolio è già stato registrato sul nostro pianeta: gli scienziati sanno che la rotazione della Terra non sempre si allinea perfettamente con i suoi poli nord e sud. Ogni 6,4 anni, gli assi tornano ad allinearsi e l’oscillazione terrestre svanisce per un breve periodo di tempo – fino a quando i poli si allontanano nuovamente dall’asse di rotazione, e il movimento ricomincia.

Fino a oggi, l’oscillazione di Chandler non era stata rilevata su altri pianeti del Sistema solare. La nuova scoperta accomuna dunque il nostro e il pianeta rosso, almeno per quanto riguarda la forma. Anche se le cause di questa oscillazione sono ignote, gli scienziati pensano infatti che il fenomeno possa essere influenzato dalla forma non perfettamente sferica dei corpi celesti.

Nel caso di Marte, gli autori del nuovo studio hanno rilevato che i due poli si allontanano di circa 10 centimetri rispetto all’asse di rotazione, seguendo un ciclo di 207 giorni. Questo curioso fenomeno, registrato dalle sonde marziane, in futuro sarà analizzato più a fondo grazie all’esplorazione robotica direttamente sul mondo rosso.

A tal proposito, un aiuto potrebbe giungere dal sismografo marziano attivo su InSight. Proprio pochi giorni fa la Nasa ha annunciato il prolungamento della missione per due anni, fino al dicembre 2022: identificando i primi terremoti su Marte, la navicella ha dimostrato la notevole attività tettonica del mondo rosso – un fenomeno che potrebbe in parte avere a che fare anche con l’oscillazione marziana.